ROMA Hanno respinto le accuse gli ultimi due arrestati per l’assalto alla Cgil avvenuto a Roma lo scorso 9 ottobre, accusati di devastazione aggravata e resistenza pluriaggravata. «Sono entrato per curiosità» ha detto Lorenzo Franceschi, 58enne di Arezzo, all’interrogatorio di questa mattina.
Secondo quanto riporta AdnKronos, i due arrestati hanno dichiarato al giudice che Forza Nuova non è più operativa e che avevano preso contatti per la manifestazione «tramite le chat no Green pass. Ho portato con me una bandiera, ma è legittimo alle manifestazioni».
Interrogato anche Massimiliano Ursino, 44 anni, leader di Palermo del movimento di estrema destra. «Conosco sia Roberto Fiore, sia Giuliano Castellino, sia Luigi Aronica, scendiamo in piazza come semplici manifestanti», ha affermato Ursino, difeso dall’avvocato Enrico Sanseverino. Ricordando la manifestazione di sabato 9 ottobre, Franceschi ha spiegato che aveva «il megafono in mano per invitare i manifestanti a non entrare alla Cgil».
«Ho usato il megafono per cercare di bloccare l’assalto al sindacato» ha detto al gip.
L’arresto dei due era avvenuto lo scorso 18 ottobre sulla scorta delle indagini avviate dopo il blitz alla storica sede della Cgil avvenuto il 9 ottobre scorso nel corso di una manifestazione indetta per protestare contro l’obbligo del Green pass. Il gip di Roma, alla luce della richiesta avanzata dal pm Gianfederica Dito, aveva emesso una ordinanza di custodia cautelare nei confronti di due persone, una residente a Palermo l’altra ad Arezzo, che avrebbero avuto un ruolo attivo nell’irruzione alla Cgil. Per questa vicenda sono attualmente in carcere sei persone tra cui i leader di Forza Nuova, Roberto Fiore e Giuliano Castellino.
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