Legambiente Calabria rivolge il suo plauso alla Dda di Reggio Calabria e ai Carabinieri per l’operazione denominata “Mala Pigna”, sul traffico illecito di rifiuti, che ha portato ieri a 29 misure cautelari personali, diverse delle quali rivolte ad esponenti apicali della ‘ndrangheta, ed al sequestro di cinque aziende di trattamento rifiuti tra Calabria e Emilia Romagna. «È stato disarticolato – dichiara Anna Parretta, presidente di Legambiente Calabria – un altro affare della “Rifiuti S.p.A.” della Calabria, “un’azienda” molto proficua per le organizzazioni criminali e particolarmente allettante anche per i “colletti bianchi” che risultano coinvolti nelle indagini. Ci costituiremo parte civile». «Desta sconcerto ed amarezza – continua Parretta – constatare che la nostra regione sia, ancora una volta, teatro di crimini ambientali di tale portata. L’indagine ha fatto emergere, infatti, un traffico di ingenti quantitativi di rifiuti speciali, anche pericolosi. Dalle analisi condotte, è emerso che molte delle sostanze nocive interrate raggiungono valori pari al 6000 per cento del limite previsto con il concreto ed attuale pericolo – come hanno sottolineato gli inquirenti – che le sostanze inquinanti possano infiltrarsi ancor più nel sottosuolo determinando la contaminazione anche della falda acquifera sottostante».
Cresce l’allarme e la preoccupazione per l’ambiente e quindi anche per la salute dei cittadini. Dal 2002 ad oggi, tra le principali operazioni di polizia giudiziaria sull’art.452 quaterdecies del Codice Penale, sono state 39 le inchieste che hanno riguardato la Calabria di cui 25 dirette dalle procure calabresi e 14 dalle altre procure d’Italia in cui è coinvolta la Calabria. Dall’operazione “Econox” del 20 aprile del 2002 a “Mala pigna” del 19 ottobre 2021, 193 sono state le ordinanze di custodia cautelare emesse; 616 le persone denunciate, 74 le aziende coinvolte. Ben quattro le operazioni nel 2021: “Erebo Lacinio”; “Quarta Chiave”, “Efesto 2” e “Mala pigna”.
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