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«La Regione governi bene la sanità». Da Lamezia l’appello della “Comunità Competente”

Il no all’autonomia differenziata e l’appello di Curia e Panizza: «Il rischio è quello di tagliare le gambe al futuro della sanità calabrese»

Pubblicato il: 20/10/2021 – 13:25
di Giorgio Curcio
«La Regione governi bene la sanità». Da Lamezia l’appello della “Comunità Competente”

LAMEZIA TERME Egoismo territoriale e disgregazione della sanità: due fattori da evitare per evitare il collasso, forse definitivo, del sistema sanitario della Calabria. Ne sono convinti i rappresentanti della “Comunità Competente”, animata da un insieme di figure professionali e associazioni, uniti per puntare il dito contro il disegno di legge sull’autonomia differenziata. «Qualora dovessero diventare norma – spiegano – è evidente che noi avremmo tre regioni con servizi sanitari completamente diversi dal resto d’Italia e soprattutto dalla Calabria».

Curia: «Andrebbero avanti solo le regioni più forti»

L’accordo preliminare risalente al 2018 tra il governo e tre Regioni (Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna) sarebbe dunque un grave errore. «Non facciamo i supertecnici – spiega ai microfoni del Corriere della Calabria il portavoce, Rubens Curia – ma è evidente che ci sarebbe una autonomia per le scuole di specializzazione, una maggiore autonomia sulla problematica della gestione del personale. E ancora più grave sarebbe la “maggiore” autonomia sulle remunerazioni, le tariffe, i rimborsi e per quanto riguarda la riorganizzazione del management aziendale e i fondi per la sanità integrativa». «Potrebbe significare sottrarre finanziamenti, con le regioni più forti che andrebbero avanti, ma ci troveremmo di fronte a servizi sanitari completamente diversi rispetto agli altri». 

Un appello alla politica e ai sindacati

Una proposta “scellerata”, dunque, proprio nel momento in cui l’emergenza pandemica legata al Covid-19 ha dimostrato quanto sia necessaria «la presenza di un governo nazionale, noi così andiamo contro corrente». Al momento 120 associazioni hanno già aderito, oltre a 1.400 cittadini. «Ma da qui – spiega Curia – vuole partire un appello alle forze politiche e sindacali affinché si discuta di questo tema. Il rischio è quello di tagliare le gambe al futuro della sanità calabrese». «In questo momento guardiamo sia al gatto che al pesce: uno è il regionalismo differenziato, l’altro è quella povera sanità calabrese che noi dobbiamo risollevare e rivalutare». 

Panizza: «La Regione governi bene la sanità»

Ad ospitare l’incontro di questa mattina a Lamezia è la Comunità Progetto Sud che proprio oggi festeggia 45 anni di storia. La visione del fondatore, Don Giacomo Panizza, è di fatto simile a quella di Curia, rimettendo al contempo il futuro della sanità calabrese nelle mani del nuovo presidente eletto, Roberto Occhiuto: «Nel dibattito che si sta riaprendo, proponiamo che il governo della Calabria sia capace a non farsi più commissariare e che sia capace di lavorare non soltanto avendo in mente gli ospedali, ma anche i territori dove servono i servizi. «Ma ci vuole anche una popolazione che sappia educarsi a non ammalarsi, educarsi a farsi curare e volere la riabilitazione come la psichiatria e l’abuso di droghe, solo per fare qualche esempio». «C’è bisogno di riscoprire l’approccio riabilitativo, ritornare cioè ad essere cittadini con diritti. Chiediamo alla Regione di saper governare bene e alla società di essere più coesa su questi temi». (redazione@corrierecal.it)

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