CATANZARO Attestavano patologie in realtà mai sofferte attraverso falsi certificati di malattia che permettevano, così, di conseguire un ingiusto profitto ai danni dell’Asp di Catanzaro. L’inchiesta della Procura di Catanzaro, coordinata dal sostituto Graziella Viscomi, si allarga rispetto al primo filone del 2020, e interessa numerosi medici del servizio di 118 del comprensorio catanzarese. Sono in tutto 42 le persone indagate, tutti camici bianchi (sanitari, medici di base e Guardie medica) finiti sotto la lente d’ingrandimento della Procura catanzarese e accusati, a vario titolo, dei reati di di truffa in atti pubblici e falsità ideologica, commessi da pubblici ufficiali e in concorso tra loro.
Per gli inquirenti gli indagati agivano per “ritorsione” nei confronti della Commissione prefettizia alla guida dell’Aziende sanitaria provinciale del capoluogo, in seguito al taglio sull’indennità aggiuntiva ai medici del Suem 118 e, in particolare, del decreto con cui veniva sospesa l’erogazione e richiesto il rimborso con trattenuta sullo stipendio dell’indennità aggiuntiva percepita nei periodi di festività e ferie.
Al centro delle indagini ci sono: Adele Antonini; Aristide Anfosso; Antonia Arabia; Caterina Biamonte; Elisabetta Burdino; Paolo Canino; Rosetta Caristo; Grazia Polsia Caserta; Eliseo Ciccone; Maria Giovanna Costanzo; Alessandro De Rosi; Michele Di Cello; Giuseppe Foderaro; Maria Rita Foresta; Pasqualina Gargiulo; Teresa Grillo; Maria Grillone; Marcello Costantino Laface; Vincenzo Lentini; Anna Leuzzi; Emilio Leuzzi; Lucia Antonia Lucano; Emma Loiero; Francesco Lupia; Francesco Mazza; Rosina Palermo; Giuseppe Parentela; Luigi Puccio; Francesco Romano; Antonio Mario Putortì; Antonio Sacco; Vincenzo Sacco; Antonio Scerra; Antonio Scuteri; Antonio Severini; Antonino Simio; Samuel Staglianò; Angela Stranieri; Domenico Alberto Tavano; Teresa Tropea; Vittorio Ventura; Bruno Giuseppe Viscomi. (Gi.Cu.)
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