Ultimo aggiornamento alle 15:42
Corriere della Calabria - Home

I nostri canali


Si legge in: 5 minuti
Cambia colore:
 

Operazione 101 e lode

Assunti nelle scuole venete con diplomi falsi (anche calabresi): 101 denunciati

Maxi inchiesta delle fiamme gialle di Treviso. Il personale Ata era assunto negli istituti scolastici con titoli fasulli

Pubblicato il: 22/10/2021 – 12:29
Assunti nelle scuole venete con diplomi falsi (anche calabresi): 101 denunciati

CATANZARO Ci sono anche false attestazioni di attività scolastiche svolte in Calabria tra i titoli vantati dal personale assunto in Veneto nelle scuole. È quanto emerso dall’operazione “101 e lode” delle Fiamme Gialle del Comando Provinciale di Treviso nell’ambito della quale è stato accertato che presso diverse scuole della Marca, dal 2018 al 2020, è stato assunto, con contratto a tempo determinato, personale scolastico Ata (Amministrativo, Tecnico, Ausiliario) privo di validi titoli culturali e di servizio.
Le assunzioni sono state effettuate in base alla posizione ricoperta dai candidati nella graduatoria correlata al bando personale Ata, pubblicato con decreto del ministro dell’Istruzione, per il triennio scolastico 2017/2020.

L’indagine


La graduatoria, formata in base ai punteggi attribuiti ai titoli di studio e di servizio dichiarati dai candidati, puntava a essere espressione delle qualità intellettuali e delle competenze professionali degli aspiranti. Ai primi posti della graduatoria, infatti, si sono sistematicamente posizionati candidati che hanno attestato di aver conseguito diplomi di qualifica professionale con votazione di 100 centesimi, oltre al possesso di specifiche esperienze professionali.
Per gran parte di questi, tuttavia, è emerso nel corso delle indagini che il diploma era stato conseguito, con il massimo punteggio, presso un ristretto numero di istituti scolastici campani, mentre i titoli di servizio erano stati maturati lavorando in improbabili scuole paritarie.
La presenza di tali anomalie ha indotto i finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Treviso a svolgere, anche grazie alla collaborazione fornita dall’Ufficio Scolastico Provinciale, approfondimenti sulla “carriera” scolastica e lavorativa di diversi soggetti, accertando, in numerosissimi casi, gravi irregolarità.

Diplomi rilasciati da strutture prive di qualifica


In particolare, per 43 delle persone assunte, i diplomi sono stati rilasciati da quattro istituti scolastici, situati nelle province di Salerno, Benevento e Avellino, che non erano autorizzati dall’Ufficio Scolastico Regionale allo svolgimento degli esami di qualifica professionale. Questi istituti, già al centro di inchieste giudiziarie poiché sospettati di essere veri e propri “diplomifici”, hanno rilasciato diplomi pur essendo privi del requisito della parità scolastica. Diversi poi sono i casi di diplomi del tutto falsi. Per alcuni di questi, rilasciati da un istituto paritario con sede a Napoli, una circostanza ha fatto aumentare i sospetti degli investigatori: la scuola, nel 2016, ha denunciato il furto degli atti di nomina dei docenti e delle commissioni d’esame, dei verbali d’esame e degli elaborati scritti di diversi candidati, tutti custoditi all’interno di uno scuolabus. E, singolare coincidenza, il furto è avvenuto nello stesso giorno in cui l’Ufficio Scolastico Regionale della Campania ha inviato proprio personale per svolgere un’ispezione sulle attività dell’istituto. Sette candidati, invece, hanno dichiarato di aver conseguito il diploma presso un istituto scolastico paritario di Caserta nel quale, nel corso di un solo anno scolastico, si sarebbero diplomati circa 700 studenti, nonostante fossero state richieste al Ministero dell’Istruzione solo dieci pergamene e la struttura, sotto il profilo logistico, fosse in grado di curare la formazione di non più di alcune decine di studenti. Altri otto candidati hanno dichiarato di aver conseguito il diploma presso un istituto paritario della provincia di Salerno.

Diplomati virtuali


Del loro nome, tuttavia, non risulta alcuna traccia nell’elenco dei diplomati per i quali l’istituto paritario ha richiesto al Ministero il rilascio della pergamena. E ancora: il numero progressivo identificativo di tre diplomi, rilasciati ad altrettanti candidati da un istituto paritario della stessa provincia di Salerno, è risultato essere già associato ai diplomi di altrettanti studenti, frequentatori di un istituto statale della stessa regione. Sono 40, infine, i candidati che hanno dichiarato il possesso di titoli di servizio falsi, attestando di aver svolto attività lavorativa presso altri istituti scolastici privati campani, pugliesi, calabresi e siciliani.

Ai numeri telefonici corrispondeva una gioielleria di Vibo


Le indagini hanno invece consentito di accertare che questi non hanno mai percepito compensi per l’attività di servizio che avrebbero prestato, mentre gli istituti scolastici privati, spesso conniventi, hanno omesso di comunicare l’avvio del rapporto di lavoro e, di conseguenza, di versare i relativi contributi previdenziali.
Per comprendere come, in alcuni casi, i candidati presentassero delle autocertificazioni grossolanamente false, basti pensare che i recapiti telefonici di un istituto scolastico, presso il quale tre candidati hanno dichiarato di aver svolto lavoro dipendente, corrispondevano a quelli di una gioielleria di Vibo Valentia.
Proprio i diplomi conseguiti con il massimo dei voti e gli attestati di servizio hanno permesso a questi candidati di scavalcare illecitamente, nella graduatoria generale, coloro che avevano dichiarato titoli realmente conseguiti.

Denuncia e segnalazione alla corte dei conti


L’indagine si è conclusa con la denuncia alla Procura della Repubblica di Treviso di 101 persone per falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico, reato punito con la reclusione fino a due anni, e con la segnalazione alla Corte dei Conti di Venezia di un danno erariale di circa 2 milioni di euro, pari alle retribuzioni percepite dai soggetti assunti, a scapito di altri candidati, grazie ai titoli falsi. La Corte dei Conti, ora, potrà chiamarli a restituire le somme percepite, oltre a contestare il danno da disservizio e il danno di immagine arrecato alla Pubblica Amministrazione. I dirigenti degli uffici scolastici, in decine di casi, hanno già adottato, nei confronti di collaboratori scolastici, assistenti amministrativi e tecnici privi di titoli, provvedimenti di risoluzione del contratto di lavoro. L’operazione della Guardia di Finanza di Treviso testimonia, ancora una volta, l’impegno volto a individuare e perseguire tutti i soggetti responsabili di condotte che arrecano un danno al buon andamento, all’efficienza, all’efficacia e all’integrità del bilancio della Pubblica Amministrazione.

Argomenti
Categorie collegate

Corriere della Calabria - Notizie calabresi
Corriere delle Calabria è una testata giornalistica di News&Com S.r.l ©2012-. Tutti i diritti riservati.
P.IVA. 03199620794, Via del mare 6/G, S.Eufemia, Lamezia Terme (CZ)
Iscrizione tribunale di Lamezia Terme 5/2011 - Direttore responsabile Paola Militano | Privacy
Effettua una ricerca sul Corriere delle Calabria
Design: cfweb

x

x