CATANZARO Classe politica totalmente inadeguata e gestione della vicenda Corap senza fine. È il giudizio che esprimono, congiuntamente, i segretari generali Alessandro Baldari (Fp Cgil Calabria), Luciana Giordano (Cisl Fp Calabria), Ornella Cuzzupi (Ugl Calabria) e Gesuino Macis (Findici) a seguito dell’ordinanza del TAR Catanzaro che ha sospeso gli atti amministrativi posti in essere dalla Regione Calabria in ordine alla dichiarata seconda liquidazione coatta amministrativa.
«L’ordinanza del Tar Catanzaro, definendo la fase cautelare promossa dal ricorso dell’ex Commissario Bellofiore – sostengono – ha, infatti sospeso la delibera di giunta regionale ed il decreto del Presidente di Giunta regionale che poneva in liquidazione coatta amministrativa il Corap, ai sensi di quanto previsto D.L. 98/2011, per come modificato dalla legge 29 luglio 2021, n. 108. Insomma, in un solo colpo e per la seconda volta nel corrente anno, dopo che la stessa cosa aveva fatto la Corte Costituzionale dichiarando la incostuzionalità parziale della legge regionale n. 47/2019 con la sentenza n. 22/2021, il Corap si ritrova come per incanto in bonis, ma con la stessa massa debitoria che ne ha comportato la liquidazione per ben due volte».
Da qui la valutazione dei sindacati «della totale inadeguatezza della classe politica calabrese». Secondo i segretari regionale dei sindacati del settore pubblico, «nel primo caso, la giunta (di centro-sinistra) del presidente Oliverio, alla vigilia del voto, proponeva al Consiglio, che successivamente votava con alcune modifiche, una legge che liquidava il Corap, senza però averne titolo. Nel secondo caso, la giunta (di centro-destra) del presidente f.f. Spirlì, sempre alla vigilia del voto, liquidava il Corap, pur avendone titolo, ma emanando il provvedimento oltre il tempo massimo consentito ovvero in regime di prorogatio».
«Tutto questo sottolinea e testimonia ancora una volta – denunciano le segreterie regionali – la lentezza “elefantiaca” della classe politica calabrese nell’assumere decisioni di estrema importanza e l’incapacità di dare seguito alle proprie valutazioni/convinzioni politiche con atti concreti e soprattutto “regolari”. Tutto questo prescinde dai colori politici delle amministrazioni di turno, che si avvicendano al governo della regione animate tutte dallo stesso principio: “rimandare e scaricare qualsiasi decisione a chi verrà dopo”»
«La Calabria – affermano ancora le segreterie – sembra ancora una volta una regione dove può accadere tutto ed il contrario di tutto. Quello che succede ha del tragicomico. Ci sarebbe davvero tanto materiale per allestire una commedia dell’assurdo, se non fosse, purtroppo, che tutto questo accade a discapito di 100 famiglie. Si! Proprio così! Perché le vere vittime di questo “disastro” sono proprio i lavoratori del Corap: nel 2021 hanno lavorato alla prima liquidazione, per poi essere proiettati a lavorare per il rilancio dell’Ente, per ritrovarsi quindi nuovamente “liquidati” (seconda liquidazione) ed infine, da ieri, tornare a prestare la propria attività lavorativa in un ente nuovamente “sanato”: peccato però solo apparentemente».
Secondo i sindacati, «in realtà l’Ente è in evidente stato di dissesto».
«I bilanci adottati relativi agli anni 2018-2019-2020, sebbene in utile di esercizio – ricordano le segreterie regionali di categoria – non sono sufficienti a compensare l’enorme massa debitoria che grava sul Corap. Il Piano Industriale sottoposto alle verifiche dei dipartimenti regionali non è stato ritenuto “affidabile e sostenibile” e quindi assolutamente inadeguato per garantire il rilancio dell’Ente. I numerosi atti di precetto dei “grossi” creditori bloccano di fatto i conti correnti bancari dell’Ente, non consentendogli di assolvere regolarmente alle proprie funzioni pubbliche, onorare gli impegni con i fornitori, pagare le retribuzioni stipendiali ed essere in regola con i versamenti dei contributi previdenziali dei dipendenti».
«Queste – aggiungono – sarebbero le effettive ed oggettive ragioni della scelta di metterlo in liquidazione c.a. (per ben due volte!!). Tutto questo è davvero increscioso e mette i lavoratori dell’Ente in situazioni di estrema difficoltà e disagio economico e morale, esponendo altresì il Corap al rischio di blocco totale delle proprie funzioni e attività, con probabili fatali conseguenze nell’ambito dei servizi ambientali».
«Oggi l’intento – concludono – è quello di lanciare un messaggio al Governatore appena eletto: abbia l’audacia di infrangere gli schemi e le logiche politiche ed individui per il suo governo gente capace e competente. La “questione” Corap deve essere un impegno da affrontare nella prima giunta dopo l’insediamento: non può essere diversamente! Devono essere adottate verso i lavoratori le tutele previste dalla legge 29 luglio 2021, n. 108 e, nello stesso tempo, devono essere tutelate le funzioni strategiche dell’ente per lo sviluppo delle aree industriali, che possono ancora essere un volano straordinario per lo sviluppo della nostra regione, soprattutto nell’attuale delicatissimo momento per l’economia nazionale e regionale».
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