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«Vibo non torna indietro». Cittadini in piazza accanto a Libera per dire no alla criminalità – FOTO E VIDEO

Cittadini, istituzioni, sindaci e tanti giovani in piazza dopo la sparatoria di sabato scorso. Limardo: «Abbiamo già scelto la legalità»

Pubblicato il: 23/10/2021 – 20:58
di Giorgio Curcio
«Vibo non torna indietro». Cittadini in piazza accanto a Libera per dire no alla criminalità – FOTO E VIDEO

VIBO VALENTIA Una risposta tanto tempestiva quanto corale. Vibo Valentia scende in piazza e lo fa ad una settimana esatta dal tentato omicidio avvenuto in pieno centro la notte tra sabato e domenica scorsi, quando il 20enne Francesco Barbieri ha sparato un colpo di pistola che ha raggiunto, al termine di una lite, il 32enne Domenico Catania, ferendolo (QUI LA NOTIZIA). Vibo scende in piazza e lo fa nuovamente, con lo stesso entusiasmo, dopo quel 24 dicembre 2019 che ha segnato uno spartiacque sociale e storico per la città, con il maxi blitz “Rinascita-Scott” che ha decapitato e scosso dalle fondamenta la ‘ndrangheta vibonese.

Libera in piazza

Questa sera, in piazza XXIV Maggio, a due passi dal Tribunale e nel cuore di quella movida cittadina già segnata dall’episodio di sabato scorso, il presidio vibonese di “Libera” è riuscita a coinvolgere poco più di 200 persone tra cittadini, tanti giovani, il volto onesto della società, ma anche tutti i sindaci della provincia di Vibo Valentia, portando non tanto la presenza fisica quanto la vicinanza delle istituzioni, quelle che hanno già scelto da tempo quale percorso intraprendere, per cercare di “combattere” civilmente la narrazione negativa della città di Vibo e di tutto il territorio. E non potevano certo mancare i veri testimoni della lotta della società onesta contro il potere opprimente della ‘ndrangheta calabrese: dal testimone di giustizia, Rocco Mangiardi, all’imprenditore Carmine Zappia, Vincenzo Chindamo e Martino Ceravolo.

Maria Limardo: «Vibo ha già scelto da che parte stare»

«Non siamo ad un bivio noi abbiamo già scelto» ha ribadito dalla piazza proprio il sindaco di Vibo, Maria Limardo. «Abbiamo scelto la democrazia e i suoi princìpi ed è per questo che ci sono tutti i sindaci della provincia di Vibo. C’è la consapevolezza che l’accaduto di sabato scorso riguardi l’intero territorio, non solo la mia città. Non c’è un lembo della nostra provincia che non abbia già scelto da che parte stare, occupando quegli spazi vuoti lasciati dalla criminalità colpita dai blitz anti-ndrangheta». «La nostra – ha detto ancora Maria Limardo – è una reazione non solo corale ma immediata rispetto ai fatti accaduti. Abbiamo convocato un consiglio comunale aperto per mercoledì prossimo a tutti i cittadini che vogliono prenderne parte, proprio perché vogliamo che sia chiara e netta la condanna così come l’affermazione dei valori in cui crediamo. Ci vogliono più controlli, certo, ma anche più coscienza».

«Vibo non è il far west, è la capitale del libro»

Tanti giovani in piazza, ma altrettanti quelli che di “passaggio” hanno solo dato un’occhiata veloce alla manifestazione, passando oltre, forse senza neanche prestare attenzione. Ma l’impegno di Libera sul territorio è anche questo, diffondere un messaggio netto alla quella sub-cultura mafiosa e ‘ndranghetistica che ancora pervade Vibo Valentia, quella più indifferente. «Quanto accaduto la settimana scorsa e i fatti di questi giorni – ha ricordato Gennaro Borrello, referente di Libera Vibo Valentia – ci riportano indietro di anni, ai tempi bui. Ai tempi dell’omertà e la voglia di scappare, quando pensavamo che le cose non ci riguardassero. Ma noi non vogliamo più tornare indietro, vogliamo andare avanti, continuare quel percorso di rinascita e di riscatto del territorio iniziato alla fine del 2019. Le cose sono cambiate, ci sono più collaboratori di giustizia grazie ad uno Stato più forte. Ma è necessario fare di più e meglio. Ora tocca a noi, deve prevenzione perché la repressione non basta e ognuno deve sentirsi coinvolto, senza delegare questo compito. Vogliamo dare seguito alle parole del procuratore Camillo Falvo, dimostrare da che parte stiamo, per spiegare che in questa città non c’è spazio per i violenti, Vibo non è la città del far west ma la capitale del Libro 2021».

Chindamo: «Il processo di cambiamento non si arresterà»

«Questi reati sono piccole pause, non sono un passo indietro – ha detto ai nostri microfoni Vincenzo Chindamo – il meccanismo che si è innescato di rinascita del territorio non sarà fermato da queste intimidazioni per una società convinta, una società che ha aperto gli occhi e sta guardando alla verità e alla bellezza del cambiamento. Non basterà questa piccola pausa per fermarlo».

Mangiardi: «La speranza non deve morire mai»

«È importante essere qui perché dobbiamo dare maggiore consapevolezza e stimolo ai giovani perché non si può andare avanti così, con la violenza, dobbiamo uscirne fuori perché altrimenti saremo bloccati tutti». Lo ha detto ai nostri microfoni il testimone di giustizia, Rocco Mangiardi. «Non possiamo vedere ammazzare la gente, picchiare le persone. Dobbiamo dare una svolta a questa terra perché altrimenti non si va da nessuna parte». «La speranza non deve morire mai, dobbiamo seminare sempre. Anche perché sembra che non andiamo avanti ma non è così. Immaginate senza la nostra presenza e senza la nostra resistenza quanto saremmo indietro». (redazione@corrierecal.it)

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