CADELBOSCO SOPRA Un uomo di origini calabresi – Salvatore Silipo, 29 anni, residente a Santa Vittoria di Gualtieri, padre di due figli – è stato ucciso alle 15 a colpi di pistola all’interno della ditta Dante Gomme in via Verga a Cadelbosco. I carabinieri hanno portato in caserma a Reggio un uomo, la cui posizione è al vaglio degli inquirenti. Sul posto anche il pubblico ministero Piera Giannusa. Silipo è stato freddato a colpi di pistola nella ditta di pneumatici “Dante Gomme” dove lavorava fino a circa un mese fa. L’uomo in stato di fermo è, secondo quanto riporta il Resto del Carlino il titolare dell’attività, Dante Sestito, 70 anni. Il fermo è stato eseguito dai carabinieri del comando di Guastalla, intervenuti con a quelli di Cadelbosco.
Il cugino ed il fratello di Salvatore Silipo, che sarebbero stati presenti, sono riusciti a scappare, arrampicandosi sopra la rete di recinzione che delimita l’ampio parcheggio dell’esercizio commerciale e fermare una pattuglia dei carabinieri allertata da alcuni residenti delle case adiacenti al negozio che avevano sentito esplodere gli spari. Dante Sestito e il figlio sono stati immediatamente fermati e portati in caserma a Guastalla e successivamente a Reggio, dove sono stati interrogati per tutta la notte. Non vi è al momento la conferma da parte delle autorità che sia stato lo stesso Sestito l’esecutore materiale di questo delitto.
Silipo lascia una moglie e due bimbi piccoli, un maschietto di due anni e una femminuccia nata appena venti giorni fa. L’uomo, che avrebbe precedenti per droga, risiedeva da anni a Santa Vittoria, la famiglia è originaria di Cutro in Calabria.
Secondo una prima sommaria ricostruzione, Silipo aveva lavorato nell’azienda fino a circa un mese fa, come operaio. Poi il rapporto si era interrotto, per motivi che sono al vaglio degli investigatori, i carabinieri della Compagnia di Guastalla e del nucleo investigativo di Reggio Emilia, coordinati dalla Procura. Nel primo pomeriggio di sabato, però, il 29enne era tornato alla ditta, forse per un chiarimento a cui hanno partecipato anche parenti di entrambi. Una delle ipotesi tenute in considerazione è che il clima sia sia surriscaldato e Sestito abbia quindi estratto la pistola e fatto fuoco.
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