COSENZA La prima udienza del “Processo Bergamini“, in Corte d’Assise a Cosenza, si apre con l’arrivo, da un’entrata secondaria, di Isabella Internò: unica imputata e accusata di essere responsabile, in concorso con ignoti, dell’omicidio del calciatore. La Internò evita le domande dei giornalisti e siede accanto al suo avvocato, il legale Angelo Pugliese. A pochi metri, segue l’udienza, Denis Dalle Vacche, nipote di Denis Bergamini. Donata, la sorella dell’ex calciatore del Cosenza, non sta bene e almeno per il momento seguirà il processo a distanza.
L’avvocato Pugliese avanza richiesta di nullità della riapertura del procedimento. Uditi il Pm e le parte civili, dopo la Camera di Consiglio, il giudice Lucente (a latere Bilotta), respinge le eccezioni difensive. «Non ho mai pensato ad una chiusura immediata del processo», confesserà a fine udienza l’avvocato Anselmo che difende la famiglia Bergamini, insieme alla collega Alessandra Pisa. Quello sulla morte dell’ex calciatore del Cosenza è un procedimento che giunge alla fase dibattimentale dopo 32 anni e dopo alcune importanti stratificazioni dell’attività investigativa. Il pubblico ministero chiede l’escussione dei suoi consulenti e dei medici legali che si sono succeduti nell’esame della vicenda nel corso di tutti questi anni. «Avevano già evidenziato una serie di dati trascurati, come ad esempio l’assenza di lesioni di trascinamento e che Bergamini fosse stato soffocato. Tutte certezze avute nel corso dell’incidente probatorio», sostiene il Pm. L’accusa chiede che vengano escussi anche gli agenti di polizia giudiziaria che hanno svolto i rilievi nel lontano 1989 e l’ammissione dei testimoni. Inoltre il Pm nomina un perito di parte per la trascrizione delle intercettazioni. Chiesta, infine, la lettura delle sit dei soggetti deceduti e l’esame dell’imputata. La lista testi presentata dalla Procura è composta da circa 200 persone.
Fabio Anselmo, avvocato della famiglia Bergamini, richiede l’ammissione dei testi e l’escussione degli imputati, ma prima ricostruisce quanto accaduto nel corso degli anni definendo il caso Bergamini «un procedimento dove si processa un altro processo». Il riferimento è al caso Cucchi, che secondo Anselmo presenta analogie con il caso legato alla morte del calciatore. Un riferimento che scatena l’immediata reazione della difesa e l’intervento del giudice Lucente che chiede al legale di parte civile di concludere il suo intervento. Prende la parola l’avvocato Cribari, che difende insieme al legale Pugliese Isabella Internò. «La certezza su quanto accaduto dobbiamo ancora averla – dice – d’altronde siamo ancora qui». I legali difensori chiedono l’accoglimento della lista testi, annunciano dichiarazioni spontanee di Isabella Internò e l’introduzione di altre intercettazioni da depositare.
La Corte d’Assise ammette i testi di liste delle parti, ad eccezione dei periti già escussi. Si procederà all’acquisizione delle sit e della produzione documentale. Per quanto riguarda le intercettazioni, invece, viene rigettata la richiesta della trascrizione di tutte le captazioni. Nella prossima udienza, il 25 novembre, inizierà l’escussione dei testimoni dell’accusa: gli agenti di polizia giudiziaria che hanno svolto l’ultima attività investigativa e si procederà con l’assegnazione dell’incarico al perito per la trascrizione delle intercettazioni. (redazione@corrierecal.it)
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