SACILE «Uno speciale tasting riservato ai consumatori per scegliere il migliore abbinamento tra miele e caffè: l’ha organizzato Le Città del Miele, la rete dei territori che danno vita ai mieli italiani, nell’ambito della prima edizione dell’evento “I mieli di Alpe Adria”, svoltosi a Sacile (Pordenone), unica città del Friuli Venezia Giulia a far parte dell’associazione». Lo riporta una nota dell’associazione “Le Città del Miele”. «Per una giornata – è detto – il consumatore è diventato assaggiatore di miele&caffè, un trend di consumo in crescita negli ultimi anni tra gli italiani. Quattro le tipologie di miele da abbinare alla miscela arabica della torrefazione artigianale Grosmi Caffè: acacia, millefiori con ailanto, melata e il miele di castagno calabro di Amaroni, già premiato come Miele del Sindaco 2021 nello scorso mese di settembre dall’Associazione Le Città del Miele. A vincere è stata l’accoppiata caffè e miele di castagno, con l’83% delle preferenze, seguito dal millefiori con il 75% di voti (tutti femminili!), la melata con il 35% e il miele di acacia con il 7%».
«Il panel di 840 partecipanti – prosegue la nota – era composto in parti quasi uguali da uomini (52%) e donne (48%), di età prevalente da 36 a 50 anni. Di questi, ben l’80% si è dichiarato consumatore quotidiano di caffè, il 15% lo consuma frequentemente e il restante 5% talvolta. Per quanto riguarda il miele, il 30% dei tasters ha detto di farne uso quotidiano, il 40% di frequente e il 30% talvolta. Tra gli uomini, il 79% ha scelto il miele di castagno, dal tipico retrogusto amarognolo, mentre il 75% delle donne ha optato per il millefiori, più dolce e floreale. Dati che confermano quanto sostenuto dalla giuria degli esperti del tasting di Sacile, secondo i quali il pubblico femminile tende a orientare in partenza le percezioni verso il sapore dolce, mentre il pubblico maschile è più disponibile a concentrarsi sul “carattere” dei sapori».
«La giuria ha considerato interessante – è detto ancora – l’abbinamento preferito dal pubblico – dove le note intense e un po’ legnose del miele di castagno ingaggiano un’inusitata sfida di sapori con la profondità del caffè – e ha, invece, espresso la sua preferenza, giudicando ideale il matrimonio tra caffè e melata, un abbinamento più armonioso, dove il caffè accoglie le sfumature soavi del miele».
«Dunque i consumatori hanno scelto e apprezzato la combinazione miele&caffè – si legge nella nota – anche se, come noto, i puristi del chicco storcono il naso all’aggiunta di qualsivoglia dolcificante all’amaro naturale del caffè e gli esperti del miele sconsigliano di bere caffè prima di procedere all’analisi sensoriale del nettare delle api. Dal punto di vista nutrizionale, aggiungere miele al caffè è, invero, un’ottima scelta, dacché il miele ha un elevato potere dolcificante – ma fornisce meno calorie rispetto al saccarosio – ed è più digeribile, in quanto composto da soli zuccheri semplici. Il miele fornisce all’organismo energia, vitamine del gruppo B, vitamina C, potassio e magnesio, sali minerali e antiossidanti, tutti componenti indispensabili per la salute».
«Miele e caffè – si precisa – sono altresì due ingredienti protagonisti dell’arte dei maestri pasticceri e sono riconosciuti per le loro proprietà organolettiche e per la carica di energia mentale e fisica. Sono, inoltre, due sapori tra i più popolari nella prima colazione degli italiani: il caffè, da solo o con il latte, e il miele, spalmato sul pane, ingrediente dei biscotti o per addolcire lo yogurt. Proprio l’utilizzo del miele durante la prima colazione ha registrato un incremento del 46% durante i lunghi mesi di chiusura del 2020. Infine, l’apicoltura viene sempre più impiegata accanto alle coltivazioni di caffè perché secondo una ricerca condotta dall’Istituto Smithsonian, le api impollinatrici contribuiscono ad aumentare la produzione di caffè di qualità».
«Le Città del Miele – conclude la nota – è la rete dei territori che danno origine e identità ai mieli italiani. Fin dalla sua nascita, nel 2001, collabora a livello regionale e provinciale con il mondo dell’apicoltura, sviluppando un’agenda nazionale di eventi promossi e sostenuti dalle città associate. Un impegno che, nell’arco di vent’anni, è stato fondamentale per la conoscenza dei mieli e che ha consentito a più di 5 milioni e mezzo di consumatori di conoscere, degustare e scoprire la qualità e la diversità dei numerosi e diversi mieli italiani».
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