Con specifica interrogazione, il deputato Francesco Sapia ha chiesto al presidente del Consiglio e ai ministri della Salute e dell’Economia «se non ritengano di sostituire il commissario alla Sanità della Calabria con il presidente della Regione appena eletto», nonché «quali urgenti iniziative di competenza intendano assumere rispetto alla recente sentenza numero 168/2021 della Corte costituzionale, che ha dedotto il dovere, in capo allo Stato, di utilizzare propri tecnici per affrontare la situazione sanitaria della Calabria e di impiegare le risorse finanziarie necessarie». Nell’atto, il deputato, componente della commissione Sanità, ha rimarcato che dal 2010 «i commissari del governo sono stati in prevalenza profili tecnici più che politici, ma i Lea della Calabria risultano scesi a 125». Sapia ha anche precisato che «l’attuale commissario al Piano di rientro è il prefetto in pensione dottor Guido Longo, con comprovata esperienza in importanti ambiti dell’amministrazione pubblica, tuttavia non specifica circa l’organizzazione e la gestione sanitaria». Nella stessa interrogazione, il parlamentare di L’Alternativa C’è ha aggiunto che «la stampa calabrese ha dato notizia che Longo avrebbe sbagliato i tetti di spesa per le cliniche private, secondo quanto stabilito dal Tar della Calabria». Contestualmente Sapia ha lamentato la mancata risposta di Longo e dei sub-commissari Michele Ametta ed Angelo Pellicanò a una sua nota dello scorso 3 settembre, in cui aveva chiesto loro «quante risorse statali già destinate alla sola emergenza sanitaria Covid sono state finora utilizzate in Calabria e per quanti e quali reclutamenti di personale sanitario, con relativi costi; se delle suddette risorse vi siano somme ancora disponibili e utilizzabili; quanti posti per pazienti Covid siano ufficialmente previsti, e tra questi quanti siano già attivi, alla data di oggi, nelle aziende del Servizio sanitario della regione Calabria; se abbiano individuato criteri di trasferimento del personale sanitario, nei reparti Covid, tali da salvaguardare un adeguato funzionamento delle strutture pubbliche preposte alla cura dei pazienti, non Covid, bisognosi di assistenza continuativa e/o di esami diagnostici in tempi utili».
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