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Buona sanità

Il progetto del Polo onco-ematologico di Cosenza in vetrina nazionale

Presentato a Firenze il centro che sorgerà all’interno del Mariano Santo diretto dal dottor Amato. Mastrobuono: «Sarà un punto di riferimento»

Pubblicato il: 28/10/2021 – 15:00
Il progetto del Polo onco-ematologico di Cosenza in vetrina nazionale

FIRENZE «Siamo qui a presentare un progetto durato dieci mesi per la realizzazione del Polo di onco-ematologia all’interno del “Mariano Santo” che diventerà punto di riferimento non solo per Cosenza ma per l’intera provincia. E che sarà messo in rete con gli altri migliori centri che si occupano di oncologia e di ematologia in Italia». Così Isabella Mastrobuono, commissario straordinario dell’azienda ospedaliera di Cosenza spiega le ragioni della presenza alla “Leopolda” di Firenze dell’intero staff della struttura ospedaliera cosentina. Un appuntamento che ha permesso di mettere in vetrina a livello nazionale quello che si appresta a divenire una delle “punte di diamante” della sanità pubblica calabrese. Presentando il progetto del Polo onco-ematologico sia sotto il profilo strutturale che delle innovative tecniche di assistenza: «Il nostro obiettivo – afferma ai microfoni del Corriere della Calabria Mastrobuono – è quello di creare un polo che consenta di ridurre il fenomeno della migrazione sanitaria. È non può essere che una struttura dedicata alle patologie specifiche in cui sono presenti le migliori tecnologie per la cura e l’assistenza dei pazienti a centrare questo obiettivo».
Nel Polo di onco-ematologia fa presente Mastrobuono, «saranno attivati tre acceleratori, visto che abbiamo ottenuto il finanziamento del terzo» ed elenca anche le novità che riguarderanno la nuova struttura che sorgerà all’interno del “Mariano Santo”. «Non sarà un mero trasferimento di attività dall’Annunziata al Mariano Santo – specifica – visto che l’attivazione del nuovo Polo sarà accompagnato anche da processi di innovazione tecnologica, nel sistema di presa in carico e di cura dei pazienti».

Francesco Amato

La manager si è dichiarata soddisfatta per la valutazione positiva dei giudizi espressi nel corso della presentazione del progetto. «La Calabria ha delle eccellenze – sostiene Mastrobuono – e su questo non c’è ombra di dubbio. Noi abbiamo portato la nostra esperienza qui per dimostrare appunto che la Calabria c’è». Secondo la manager, «è necessario uscire fuori dai confini della regione e far comprendere che esiste una Calabria positiva e propositiva. Solo in questo modo riusciremo a convincere i nostri concittadini che all’interno della regione ci sono le competenze, le professionalità che si possono far carico dei loro bisogni».
E sulle prospettive future della sanità cosentina la Mastrobuono afferma: «Immagino un’azienda come quella dell’Annunziata con la presenza di un centro di eccellenza di Onco-ematologia, oculistica, dermatologia, i reparti a minore necessità di assistenza affidati ad equipe infermieristiche qualificate come cerniera con il territorio e dove si effettuano le cure palliative e le terapie del dolore. Tutto questo accanto ad un ospedale come l’Annunziata, dove dovranno essere potenziati i servizi hub, cioè quelli tempo-dipendenti ed in particolare la rete si assistenza all’ictus, quella dell’infarto e del materno-infantile con maggiore collegamento al territorio». Progetti sui quali la manager sottolinea il «massimo impegno».
«Puntiamo a realizzare tutto questo – afferma ancora la Mastrobuono –. Non è facile. Stiamo operando sia sulle reti tempo-dipendenti che su quelle dell’emergenza-urgenza». E segnala le criticità finora emerse lungo questa strada della buona sanità: «le due realtà, quella ospedaliera e quella territoriale, non si sono mai parlate». Ma ora le speranze sono riposte nell’arrivo delle risorse nel Piano nazionale di ripresa e resilienza. «Se è vero come è vero – dice – che il Pnrr ha previsto 300 milioni per la sanità calabrese, una parte importante di queste risorse andranno nella provincia di Cosenza che è quella più ampia». Da qui le aspettative. «Immagino da qui. ad un anno due al massimo – sostiene Mastrobuono – progetti reali e seri sul territorio per una grande azienda ospedaliera che potrà finalmente arrivare ai suoi 700 posti letto, senza se e senza ma». E poi ancora nel disegno immaginato dalla manager cosentina c’è «una grande integrazione con la rete territoriale delle case della salute, con le centrali operative territoriali». «Se questo non dovesse avvenire – avverte Mastrobuono – potrebbe significare un fallimento, perché Cosenza è la provincia più grande».
Secondo la manager, «molti degli ospedali chiusi possono essere recuperati. Ma non bisogna perdere più tempo. Occorre iniziare a progettare e a realizzarli. Stabilire da subito dove, quanti e come attrezzarli e poi come formare il personale». Aspetti indispensabili per accedere ai finanziamenti necessari a fornire attrezzature e personale, ed utili a garantire assistenza qualificata al territorio. L’ultima riflessione la commissaria dell’Annunziata la dedica ai punti di forza che già esistono all’interno dell’azienda: su tutti il centro della Terapia del dolore e fine vita, diretto dal professor Francesco Amato, divenuto ormai un riferimento nazionale in tema. «È la dimostrazione – afferma a questo proposito la Mastrobuono – che le eccellenze in Calabria esistono. Bisogna solo farle emergere, ma soprattutto occorrono dei “buoni direttori d’orchestra” capaci di far suonare i professionisti all’unisono». Proprio per questo, la manager ritiene ancor più importante la nascita del Polo di onco-ematologia all’interno del Mariano Santo che sarà in grado di concentrare queste professionalità ed esaltarne le attività. «Mi auguro – conclude la Mastrobuono – che il Mariano Santo, di cui stiamo aprendo una parte, possa essere completato sia con le risorse del Recovery plan sia con i finanziamenti regionali. Noi saremo vigili affinché questo obiettivo sia centrato».  

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