COSENZA La commissione parlamentare antimafia sarà in missione in Calabria oggi e domani rispettivamente nelle città di Cosenza e Crotone. «Causa pandemia abbiamo dovuto interrompere le missioni, dopo Catanzaro e Vibo Valentia stiamo procedendo con i lavori a Cosenza e Crotone per poi concludere a Reggio Calabria e Messina», racconta a Buongiorno Regione, il presidente della Commissione parlamentare antimafia Nicola Morra. «Su Cosenza si deve indagare viste le dimensioni della provincia e per la rilevanza della mafia silente capace di mettere nel mirino anche i lavori della Ss 106. Dobbiamo prevenire e non solo reprimere».
Il presidente Morra poi si sofferma sul legame tra cosche e massoneria deviata. «Alcune inchieste condotte dalla Procura di Paola hanno disvelato sul Tirreno Cosentino la presunta esistenza di una loggia che si ipotizza abbia lavorato in maniera occulta per truccare alcuni appalti». «La massoneria – aggiunge – si trasformata in altro e in passato è emerso come su 32 logge 28 fossero controllate dalla ‘ndrangheta».
L’economia calabrese è in crisi. «Sono evidenti le tracce che portano all’usura e all’esercizio illegittimo del credito – sottolinea Morra – ed è ovvio che la criminalità calabrese sia pronta ad infiltrare il tessuto sano». Dalle 20, di oggi, la Commissione antimafia incontrerà anche i giornalisti Guido Scarpino, Arcangelo Badolati, Pablo Petrasso, Marco Cribari e Camillo Giuliani. «L’informazione – confessa Morra – deve essere il quarto potere, ma spesso e volentieri – tranne poche eccezioni – l’informazione è stata miope. A Cosenza, ad esempio, bisognerebbe porsi delle domande. Il presidente cita la vicenda legata alla morte di Alessandro Bozzo, «eccellente giornalista». Quanto accaduto «dimostra che tanti che si propongono come editori debbano stare lontani da mondi pericolosi». Sulla lotta alla ‘ndrangheta, Morra non ha dubbi: «O c’è una reazione massiva della società civile sana calabrese o la partita è persa. La nostra è la Regione più povera ma ospitiamo l’organizzazione criminale più ricca e dunque lecito ipotizzare un rapporto inversamente proporzionale tra la povertà del territorio e la ricchezza della mafia. Se vogliano tornare ad avere livelli di benessere diffuso dobbiamo mettere nell’agenda una battaglia seria e sistematica contro la ‘ndrangheta e gli atteggiamenti che dimostrano la rassegnazione nei confronti della criminalità. La ‘ndrangheta si è trasformata in una agenzia di servizi, una holding che si sostituisce allo Stato».
Il presidente Morra sottolinea l’impegno del Procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri e ricorda l’attività della Procura di Salerno sulla maxi-inchiesta “Genesi”, su presunti illeciti commessi all’interno degli uffici giudiziari di Catanzaro. «A Gennaio 2019 abbiamo saputo che tanti magistrati calabresi erano finiti sotto inchiesta dalla Procura di Salerno». Il presidente cita l’episodio che coinvolge il sindaco di Rende, Marcello Manna e il giudice, ora sospeso, della Corte d’Appello di Catanzaro Marco Petrini. L’accusa per entrambi è quella di corruzione in atti giudiziari aggravata dal metodo mafioso per avere agevolato la cosca cosentina Lanzino-Patitucci. Secondo l’accusa, il 30 maggio 2019 Manna avrebbe consegnato a Petrini la somma di 5000 euro in contanti all’interno una busta da lettere contenuta in una cartellina da studio, data al giudice nel suo ufficio. In cambio Petrini avrebbe alterato «la dialettica processuale inquinando, metodologicamente, l’iter decisionale della Corte d’Assise d’Appello da lui presieduta». «Tutto resta da provare, attendiamo l’esito del processo», conclude Morra.
Domani la missione continuerà in Prefettura a Crotone dove saranno chiamati in audizione il Prefetto di Crotone, Maria Carolina Ippolito, unitamente al Questore di Crotone, Massimo Gambino, al Comandante provinciale dei Carabinieri, Col. Gabriele Mambor, al Comandante provinciale della Guardia di Finanza, Col. Luigi Smurra. Nel pomeriggio, toccherà al Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Crotone, Giuseppe Capoccia, il Presidente del Tribunale di Crotone, dottoressa Maria Vittoria Marchianò, i rappresentanti provinciali di Confindustria, i rappresentanti provinciali dei sindacati Cgil, Cisl e Uil, i rappresentanti provinciali della Camera di Commercio e dell’ordine degli avvocati. A Crotone, «si registrano diversi casi di usura, ma occorre porre l’attenzione sul versante ionico crotonese e catanzarese». Morra poi si sofferma sul “ponte” che lega Calabria ed Emilia Romagna: «Operazioni come “Farma business” dimostrano come sia elevata la capacità di infettare l’economia calabrese ed emiliana. C’è da ragionare sulla bravura della ‘ndrangheta nel diffondersi in territori impensabili».
Sul futuro “politico”, la chiosa del presidente Morra che ricorda di essere stato espulso dal Movimento Cinquestelle. «Tutto sarà decisi nei prossimi mesi, non ho problemi a tornare a fare il professore. E’ una delle attività più belle».
x
x