REGGIO CALABRIA «Abbiamo dato il massimo supporto all’amministrazione comunale di Roccella Ionica e continueremo a darlo. Quanto alla realizzazione dell’“hotspot”, è stata già decisa». Il prefetto di Reggio Calabria, Massimo Mariani, in un’intervista rilasciata al Corriere della Calabria cerca di ricostruire il quadro dell’emergenza sbarchi che negli ultimi giorni pare aver dato una breve tregua anche a fronte delle condizioni climatiche avverse.
Negli ultimi quattro mesi, gli sbarchi in Calabria sono stati cinquantacinque di cui 40 nel solo porto di Roccella Ionica, per un totale di oltre 4mila persone. I salvataggi in mare più recenti, operati dalla guardia costiera qualche decina di miglia a largo delle coste della regione, risalgono a pochi giorni fa. Cinquanta persone, prossime alle coste della Locride, sono state dirottate al porto di Reggio Calabria. I numeri che stanno interessando in particolare Roccella Ionica hanno portato il sindaco, Vittorio Zito, a lanciare una serie di richieste d’aiuto e «intervento urgentissimo» chiedendo alla prefettura di dichiarare lo “stato di emergenza”. La cittadina della Locride rappresenta un «unicum a livello nazionale» proprio perché, al di là dell’immobile messo a disposizione per la prima accoglienza, non pare essere strutturalmente attrezzata rispetto ai numeri attuali.
«In questo momento – dice il prefetto Mariani – non abbiamo una situazione di particolare emergenza perché non abbiamo sbarchi, quindi non ci sono particolari criticità».
La riduzione del flussi pare essere dovuta al maltempo degli ultimi giorni. Una delle ultime imbarcazioni segnalate, stando a quanto riferito dalla Protezione Civile di Caulonia, viaggiava su un mare “forza sette” andando incontro a un chiaro pericolo di naufragio.
«Nel momento in cui si verificano questi eventi – continua Mariani – si provvede alla primissima accoglienza che parte dagli adempimenti di specifica competenza delle forze di polizia come il fotosegnalamento e l’identificazione delle persone sbarcate, quindi adempimenti di carattere sanitario, primo tra tutti lo screening per accertare eventuali casi di Covid-19».
Completati gli adempimenti si procede alla ricollocazione delle persone. Dato il grande afflusso dell’ultimo periodo, è sopravvenuta l’impossibilità di farle transitare (tutte) dalla struttura messa a disposizione dal Comune, che può accogliere circa 120 persone per volta. «Il ricollocamento avviene in altre parti del paese o sulle navi quarantena a seconda dei casi. È chiaro che se, come nella settimana scorsa, si verificano in pochi giorni nove sbarchi si creano difficoltà dovute ai numeri».
«Tuttavia – continua il prefetto – noi abbiamo un sistema molto ben rodato che ci consente, grazie anche alla collaborazione dei Comuni e delle autorità sanitaria, di procedere nel minor tempo possibile ai ricollocamenti».
Per quanto riguarda il caso di Roccella Ionica «le persone restano presso il centro comunale per il tempo necessario a questi adempimenti». Ma proprio l’ultimo periodo ha creato situazioni di sofferenza nel centro della Locride creando anche maggior difficoltà di interazione tra operatori e autorità presenti sul posto.
«Colgo l’occasione – aggiunge Mariani – per ringraziare l’amministrazione comunale per il contributo offerto in queste circostanze. Abbiamo dato il massimo supporto all’amministrazione comunale e continueremo a darlo. Quanto alla realizzazione dell’“hotspot”, è stata già decisa. È chiaro che per poter materialmente sistemare l’immobile occorre effettuare una progettazione quindi i necessari lavori. Si tratta di interventi necessari che cercheremo di attuare quanto prima dando una migliore sistemazione a queste persone visto che quest’anno c’è stato un incremento di arrivi che rende necessaria una risposta organica».
Sebbene, secondo il prefetto, le uniche criticità patite in questo periodo si riferiscono «ai giorni in cui c’è stato un concomitante arrivo di più imbarcazioni» come ad esempio lo scorso 21 ottobre, dove nell’arco di 24 ore si sono registrati sei sbarchi.
Sui fattori alla base dell’incremento dei flussi verso la Calabria, in particolare verso la Locride, il prefetto Mariani cerca di dare un suo personale punto di vista: «La mia valutazione è che si tratta di un fenomeno sistemico legato a fattori internazionali non di nostra pertinenza. Noi rispondiamo, come siamo abituati a fare, a queste esigenze ogni qualvolta si pongono. E devo dire che siamo abituati a farlo e siamo attrezzati per farlo al meglio delle nostre possibilità. Colgo anche l’occasione per ringraziare la guardia costiera e la componente nautica della guardia di finanza per l’apporto dato in ogni circostanza che è importante tanto quanto lo sono le esigenze che di volta in volta vengono poste alla nostra attenzione». (redazione@corrierecal.it)
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