CATANZARO «Il diavolo è nei dettagli. Mentre ci occupiamo di transizione, clima e ambiente ai livelli macro, è nei singoli territori che si consumano le vicende più inquietanti. Al confine tra Calabria e Basilicata, sulle sponde del fiume Noce (a Tortora, provincia di Cosenza, in contrada San Sago), sorge un impianto per il trattamento dei rifiuti liquidi speciali ‘non pericolosi’ che semplicemente non dovrebbe esistere». È quanto afferma, in una nota, il senatore Saverio De Bonis che ha reso noto di avere presentato un’interrogazione in merito all’impianto di depurazione di Tortora, in provincia di Cosenza.
«Dal 1992 questo impianto – prosegue De Bonis – ha fatto guasti enormi, provocando morie di pesci e sversamenti di rifiuti pericolosi che, giungendo fino al mare, hanno provocato un disastro ambientale, come testimoniato anche dagli esperti della Procura, che nel frattempo ha cominciato a indagare sulla questione. Ricordo peraltro che la struttura insiste su un’area, lucana e calabrese, dove vi sono diversi siti di interesse comunitario (Sic), come denunciato più volte dai comitati e dalle associazioni ambientali. La cosa più assurda è che questo impianto nel 2009 ha ricevuto l’Aia dalla Regione, per fortuna sospesa dalla Regione stessa nel 2013. Poiché da attendibili servizi stampa è emerso che si vorrebbe riaprire l’impianto, ho deciso di interrogare il Ministro Cingolani affinché vi sia una azione tempestiva».
«È innegabile – sostiene il parlamentare nel testo dell’interrogazione – che tale impianto abbia arrecato danni all’ambiente e consumato risorse sia relativamente all’area fluviale sia a quella marina, come testimoniato dalle indagini, i sequestri, i rinvii a giudizio e dallo stato degli habitat e delle specie. Essendo una minaccia per l’ambiente, per la salute dell’uomo, per l’economia di un intero territorio, il Ministro dovrebbe valutare azioni, nell’ambito della sua competenza, che portino alla chiusura definitiva di questo impianto e al recupero ambientale del territorio».
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