CATANZARO Ha preso il via questa mattina, nell’aula bunker di Catanzaro, l’udienza preliminare del processo denominato “Farmabusiness” istruito dalla Dda di Catanzaro sull’affare della vendita all’ingrosso di farmaci che sarebbe stata illecitamente organizzata da componenti della cosca cutrese dei Grande Aracri i quali avrebbero investito i proventi delle attività illecite del clan con l’aiuto di sodali tra i quali imprenditori, esponenti politici e funzionari pubblici.
Questa mattina sono state ammesse quali parti civili la Presidenza del consiglio dei ministri e il Comune di Catanzaro il quale aveva scelto di costituirsi parte civile per tutti i reati e, quindi, contro tutti gli imputati, compreso Domenico Tallini, per lungo tempo consigliere comunale e anche ex assessore al Comune e attuale coordinatore provinciale di Forza Italia, partito che governa nella maggioranza l’amministrazione del capoluogo. Quando si è votata in consiglio la delibera per la costituzione di parte civile i consiglieri Forza Italia non hanno partecipato alla votazione. Alla richiesta di costituzione di parte civile dell’ente si sono opposte le difese di diversi imputai, compreso l’avvocato Enzo Ioppoli che difende Domenico Tallini, eccependo il fatto che la maggior parte dei reati non avesse attinenza con il territorio del Comune capoluogo ma con il comune di Cutro che si trova nella provincia di Crotone. Il gup ha quindi ammesso la costituzione di parte civile del Comune di Catanzaro solo per alcune posizioni che riguardano coloro che hanno commesso reati violenti a Catanzaro e quindi non nei confronti di Domenico Tallini.
Le accuse mosse agli imputati sono, a vario titolo, associazione di tipo mafioso, concorso esterno in associazione di tipo mafioso, scambio elettorale politico-mafioso, impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita, detenzione illegale di armi, trasferimento fraudolento di valori, tentata estorsione, ricettazione e violenza o minaccia a un pubblico ufficiale.
Pietra d’angolo dell’inchiesta è l’antennista catanzarese Domenico Scozzafava, accusato, tra le altre cose, di associazione mafiosa «con il ruolo di partecipe del sodalizio» al quale avrebbe fornito un importante contributo «occupandosi degli interessi economici del sodalizio, con riguardo agli investimenti dei proventi dall’attività della consorteria, la cura delle operazioni imprenditoriali, anche sofisticate (Italia e la società Farmaeko nel settore delle farmacie e parafarmacie), partecipando alla riunione, con altri esponenti di vertice del sodalizio, in cui se ne stabilivano le strategie…».
Coinvolto anche l’ex presidente del consiglio regionale, e consigliere regionale uscente, Domenico Tallini – accusato di concorso esterno in associazione mafiosa e di voto di scambio politico mafioso – e i più stretti familiari del boss Nicolino Grande Aracri: la moglie Giuseppina Mauro, la figlia Elisabetta Grande Aracri, il fratello Domenico Grande Aracri, il genero Giovanni Abramo.
Al momento hanno chiesto il rito abbreviato, Domenico Scozzafava, Gateano Le Rose classe ’75, Gaetano Le Rose classe ’72, Elisabetta Grande Aracri, Salvatore Grande Aracri classe ’86, Salvatore Grande Aracri classe ’79, Serafina Brugnano, Giuseppina Mauro, Salvatore Francesco Romano, Leonardo Villirillo, Santo Castagnino, Donato Gallelli.
Il gup ha fissato le prossime udienze per il 3 e 5 novembre. Al momento restano da giudicare, per un eventuale rinvio a giudizio, Giovanni Abramo, Tommaso Patrizio Aprile, Pasquale Barberio, Giuseppe Ciampà, De Sole Pasquale, De Sole Paolo, Domenico Grande Aracri, Lorenzo Iiritano, Giusepina Mauro, Pancrazio Opirari, Maurizio Sabato, Raffaele Sisca e Domenico Tallini. (a.truzzolillo@corrierecal.it)
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