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Omicidio Luca Bruni, i flashback di “Micetto”: «Mi dissero di non parlarne con nessuno»

Il collaboratore di giustizia fornisce dettagli sull’omicidio e l’occultamento del cadavere di “Bella Bella”. «Volevamo l’esclusiva sull’eroina»

Pubblicato il: 29/10/2021 – 13:00
di Fabio Benincasa
Omicidio Luca Bruni, i flashback di “Micetto”: «Mi dissero di non parlarne con nessuno»

COSENZA Prosegue in Corte d’Assise a Cosenza, il processo che mira a far luce sulla morte di Luca Bruni detto “Bella Bella”, il cui corpo fu ritrovato sotterrato nelle campagne di Castrolibero, in località Orto Matera. In settimana, la prima sezione penale della corte di Cassazione ha rigettato il ricorso della Procura generale di Catanzaro e ha assolto, in via definitiva, Francesco Patitucci e Roberto Porcaro dall’accusa di essere i mandanti dell’omicidio, avvenuto il 3 gennaio 2012 a Castrolibero. Secondo la ricostruzione dell’accusa Luca Bruni è stato ucciso pochi giorni dopo la sua scarcerazione. Dopo la morte del fratello Michele era divenuto l’esponente di spicco del clan cosentino “Bella Bella” e chiedeva conto alle altre consorterie del capoluogo bruzio circa la spartizione dei proventi delle attività illecite sul territorio. A distanza di due anni il suo corpo è stato trovato tra le campagne di Orto Matera, tra Castrolibero e Rende. A fare riaprire un secondo procedimento sui mandanti furono le dichiarazioni dei collaboratori Daniele Lamanna, Franco Bruzzese, e successivamente Adolfo Foggetti condannati per l’omicidio di Luca Bruni insieme a Maurizio Rango.

La cena a casa Abbruzzese

Collegato in videoconferenza, il collaboratore di giustizia Celestino Abbruzzese, alias “Micetto”, si sottopone all’esame del Pubblico ministero. Insieme ai fratelli Luigi “Pikachu”, Marco “Lo Struzzo”, Nicola “Il paccio” e al cognato Antonio Abbruzzese era membro del gruppo dei “Banana” che gestiva lo spaccio di eroina a Piazza Valdesi, a Cosenza. In merito al delitto Bruni, il pentito riferisce di aver appreso della morte dell’esponente del clan “Bella Bella” in carcere direttamente dal fratello Marco: «Mi disse che era stato occultato il cadavere ma di non parlarne con nessuno». Celestino Abbruzzese poi parla di una cena in famiglia organizzata pochi giorni dopo la sua scarcerazione e il passaggio agli arresti domiciliari: «Oltre a mio fratello Nicola, c’erano anche mio cognato Antonio, mia sorella Rosaria, mia mamma, mia moglie Anna Palmieri e i bambini». Davanti ad una pizza, gli Abbruzzese discutono del delitto Bruni ed emergono i differenti ruoli dei protagonisti nella vicenda. «Franco Bruzzese e Maurizio Rango avevano organizzato il delitto – confessa il collaboratore – mentre Nicola, Luigi, Marco e Antonio Abbruzzese insieme a Ettore Sottile si sono occupati dell’occultamento del cadavere». Sui momenti precedenti al delitto e al conseguente occultamento del cadavere, Celestino Abbruzzese avrà modo di riferire quanto in sua conoscenza: «Luigi, mio fratello e capo dei “Banana” ha partecipato insieme a Franco Bruzzese, allora capo dei “Rango-Zingari”, ad una riunione per il delitto, me lo ha detto mio cognato Antonio. Mio fratello ha partecipato perché ha chiesto l’esclusiva dello spaccio di eroina». «Prima – puntualizza il collaboratore – lo spaccio dell’eroina era in mano ai Bruni e poi si è parlato di dare l’esclusiva ai “Banana”». Sulle fasi del delitto, la versione fornita dal collaboratore coincide con i dettagli forniti anche da altri pentiti, come ad esempio Adolfo Foggetti. «Doveva essere Marco Abbruzzese a sparare a Luca Bruni nel corso di un agguato organizzato nella villetta di Sant’Agostino a Rende». «”Lo Struzzo” si appostò dietro una siepe», ma il piano omicidiario saltò. Furono tre i tentativi di far fuori Bruni a cavallo tra i giorni antecedenti la vigilia di Natale del 2011 e il 3 gennaio 2012 (giorno in cui poi venne ucciso). «A sparare è stato Daniele Lamanna – ripete “Micetto” – la pistola poi si è inceppata, Foggetti gli ha passato un’altra arma e lo ha finito».

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Celestino Abbruzzese

L’occultamento del cadavere

Sul luogo del delitto, Celestino Abbruzzese indica «la presenza di Maurizio Rango e Ettore Sottile», mentre sull’occultamento aggiunge alcuni particolari. «Mio fratello Marco è arrivato dopo l’esecuzione, non ricordo se la sera stessa o la mattina dopo, insieme a Nicola, Antonio e Luigi Abbruzzese. Hanno preso il corpo e lo hanno messo in una buca, che già era stata scavata». In fase di controesame, gli avvocati della difesa: Quintieri, Pisani, Badolato contestano alcune dichiarazioni rese dal collaboratore che non coincidono con quanto sostenuto nel corso dei vari interrogatori cui si è sottoposto. Motivo per il quale, i legali hanno chiesto alla Corte di acquisire tutti i verbali. Richiesta accolta dopo la Camera di Consiglio. La Corte, invece, non ha ritenuto ammissibile la richiesta avanzata dalla difesa (che aveva trovato l’opposizione del Pm) di escutere Antonio Abbruzzese e Rosaria Abbruzzese, rispettivamente cognato e sorella di “Micetto”. Nelle prossime udienze si terrà l’esame degli indagati e l’escussione dei collaboratori di giustizia: Mattia Pulicanò e Edyta Kopaczynka, moglie del defunto boss Michele Bruni.

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Il ritrovamento del cadavere di Luca Bruni ad Orto Matera
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