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l’intervista

«Apollo non sarà l’ultimo». I cambiamenti climatici e la frequenza dei “Medicane” ora preoccupano – VIDEO

Gli esperti del Multirischi dell’Arpacal: «Dovremo abituarci ad eventi più frequenti e severi». E si incrementano i sistemi di sicurezza

Pubblicato il: 30/10/2021 – 7:17
di Giorgio Curcio
«Apollo non sarà l’ultimo». I cambiamenti climatici e la frequenza dei “Medicane” ora preoccupano – VIDEO

LAMEZIA TERME «Dobbiamo aspettarci nei prossimi anni, se l’aumento delle temperature medie sarà costante a causa del cambiamento climatico, sempre più spesso episodi di questo genere». Per gli esperti del centro funzionale Multirischi dell’Arpacal non ci sono dubbi e i fatti lo dimostrano. «Sono delle formazioni che si generano normalmente, ma quello che preoccupa maggiormente è la frequenza perché probabilmente le temperature sono un po’ più alte».  Da giorni, infatti, la Calabria e soprattutto la Sicilia hanno conosciuto gli effetti devastanti dell’ormai noto uragano mediterraneo, il “Medicane”, già ribattezzato Apollo e che sta colpendo con particolare ferocia le zone joniche. Lo spiega al Corriere della Calabria Salvatore Arcuri del Multirischi dell’Arpacal, nel corso di un confronto organizzato insieme al funzionario della sala operativa, Gino Russo, e il direttore del centro, Eugenio Filice. 

Eugenio Filice, Gino Russo e Salvatore Arcuri

Apollo punta verso nord

Un’interlocuzione quasi necessaria per cercare di comprendere ciò che sta accadendo nel Mediterraneo, attraverso gli strumenti giusti e le conoscenze di esperti del settore. Si parte da un punto ovvero l’allerta rossa scattata dalle 15 di ieri per tutta la giornata di oggi, sulla fascia ionica Catanzarese e, in parte, Crotonese. «Questo “Medicane” – ci spiega Russo – ovvero un minimo depressionario che nelle prossime ore si sposterà verso nord, raggiungendo le coste joniche catanzaresi, scaricherà la sua forza e scenderà di nuovo verso sud. Per questo abbiamo inviato il nostro messaggio di allertamento alla Protezione civile calabrese». «Ormai – ci spiega Russo – siamo avviati verso questo aumento inesorabile delle temperature e quindi ne prendiamo atto, anche dell’aumento rapido della frequenza degli avvenimenti di episodi come questo. Noi stiamo prendendo atto di questo, stiamo mettendo in campo una nuova strategie attraverso anche nuove strumentazioni per tutelare al meglio i calabresi». 

«Un fenomeno pericoloso»

Per capire realmente cos’è il “Medicane” lo abbiamo chiesto a Salvatore Arcuri del centro funzionale Multirischi dell’Arpacal. «Non è un vero uragano, è uno di quei fenomeni che si osserva da almeno 100 anni e che si è manifestato già almeno una trentina di volte, forse quaranta». «È un fenomeno che si genera quando ci sono delle estati particolarmente calde e la superficie del mare rimane calda anche nella stagione autunnale e, insieme all’arrivo di fronti freddi in atmosfera, genera questi fenomeni di correnti fredde che tendono a scendere a velocità elevata, generando una sorta di vortice nell’acqua, aria fredda che scende, si riscalda e risale». «Un fenomeno pericoloso – spiega – perché genera venti e piogge molto forti e per fortuna l’occhio di questo “Apollo” è in mare. Se fosse stato in corrispondenza della terraferma, pur non durando molto, ci sarebbero stati molti più problemi rispetto a quelli che ha già creato nei giorni scorsi». 

Eventi molto più frequenti

«Il periodo pandemico che dura da quasi anni è servito come una sorta di esperimento per capire le reazioni del clima e del pianeta. Il mondo è rallentato ma la temperatura è salita lo stesso. Si è capito dunque che il cambiamento climatico non si interrompe subito, ha una determinata latenza. Che si arrivi all’aumento di circa 2 gradi di temperatura media è un dato di fatto, questo determinerà dei fenomeni alle nostre latitudini molto più severi e frequenti. Tutti noi dovremmo farci i conti». 

La polemica sulle “allerte rosse”

In settimana, come già accaduto in passato, c’è anche chi ha polemizzato o criticato le decisioni di alcuni sindaci, come quella di chiudere le scuole, in seguito alle “allerte rosse” diramate dal Multirischi attraverso la Protezione civile. Ma non si tratta affatto di “allarmismo”, tutt’altro, e ne è convinto Eugenio Filice, direttore del centro Multirischi: «Essere edotti, sapere che ci possono essere pericoli è un fattore di sicurezza, i cittadini dovrebbero stare tranquilli, sentirsi sicuri. Va visto come un amico fidato che ci dice che “può esserci un pericolo”. Se nessuno ci avverte dovremmo preoccuparci». 

Il futuro

Per il Multirischi, intanto, ci sono importanti novità all’orizzonte: «Stiamo comunque incrementando il nostro sistema di sicurezza – spiega al Corriere della Calabria Filice – attraverso un nuovo progetto “Centro funzionale Multirischi 2.0”, formato da tanti sottoprogetti. Implementeremo i sensori sparsi sul territorio così da monitorarlo ancora meglio, abbiamo acquisito dei droni, stiamo per acquisire un radar metereologico semovente e stiamo implementando l’area meteo del centro funzionale che sorgerà a Cosenza che ci consentirà di fare autonomamente le previsioni meteorologiche perché al momento usufruiamo di quelle nazionali. Potremo così fare previsioni su scala locale. Cosa manca? Solo il personale, perché quanto tutto questo sarà pronto serviranno uomini. Speriamo che la nuova amministrazione regionale sarà sensibile su questo argomento». (redazione@corrierecal.it)

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