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Gratteri parla ai ragazzi: «Rifiutate la logica dell’apparire» – VIDEO

Il procuratore di Catanzaro è intervenuto al Festival Leggere&Scrivere. «Senza disturbare la Costituzione è possibile abbattere le mafie in 10 anni»

Pubblicato il: 30/10/2021 – 16:00
Gratteri parla ai ragazzi: «Rifiutate la logica dell’apparire» – VIDEO

VIBO VALENTIA «Il senso di questo libro è quello di avvicinare i giovani a persone che per la loro coerenza e il loro coraggio sono morti. Alcune di queste storie sono state però mitizzate e l’esasperazione del mito a volte non produce gli effetti sperati: si raccontano le persone come fossero divinità irraggiungibili. Noi, invece, abbiamo pensato di raccontare il loro lato umano in modo che i giovani ne possano essere ispirati». Lo ha detto il procuratore capo della Repubblica di Catanzaro, Nicola Gratteri, intervenendo questa mattina nella giornata conclusiva del Festival Leggere&Scrivere di Vibo Valentia, per presentare il libro “Non chiamateli eroi. Falcone, Borsellino e altre storie di lotta alle mafie”, scritto con Antonio Nicaso.
«Molte di queste storie sono sconosciute ai più – ha detto Gratteri – volevamo raccontare l’antimafia calabrese generalmente poco raccontata. Abbiamo voluto scovare queste storie, come quella di Rocco Gatto o di sindacalisti e cancellieri di Tribunale uccisi. Era importante raccontarle anche per dire che c’è stata un’antimafia calabrese già a partire dagli anni ’70».
«Questa era una provincia ad altissima densità mafiosa e massonica – così il procuratore di Catanzaro ha riassunto l’impegno della Dda sul territorio di Vibo Valentia – qui molte anche le logge non ufficiali, in un grande groviglio tra ‘ndrangheta e massoneria deviata. C’era una ‘ndrangheta di Serie A che discuteva alla pari con i maggiori clan della regione. Ora c’è una grandissima attenzione a questa provincia da parte della Procura distrettuale: seguo personalmente le indagini più importanti, a Vibo sono applicati quattro pm di primissimo piano e poi c’è un validissimo procuratore come Camillo Falvo. Nei primi giorni del prossimo mese arriverà la sentenza di Rinascita-Scott in abbreviato. C’è poi l’indagine Imponimento e tante altre cose importanti sono state fatte. La gente lo ha capito, sa che facciamo sul serio».

C’è chi, ha spiegato il procuratore, lavora però costantemente per delegittimare il lavoro della magistratura. «Chi mangia, fa molliche – ha detto – noi non siamo perfetti. Posso aver compiuto qualche errore, ma ci sono tre o quattro giornali a carattere locale e nazionale che provocano costantemente, raccontano cose false dal 99 al 100 per cento. Io ho le spalle larghe, non faccio falli di reazione, non abbocco, non cado alle provocazioni perché immagino, concretamente, che dietro di loro ci siano centri di potere che in modo sistematico alimentano informazione falsa per cercare di indebolire me, la mia squadra e le forze dell’ordine».

La riforma della giustizia

«Mi arrabbio e mi dispiaccio perché sono convinto che, senza disturbare la Costituzione, sia possibile abbattere le mafie nell’arco di 10 anni. Il problema è avere il coraggio e la libertà di creare gli strumenti giusti. Noi abbiamo una buona base come legislazione antimafia – è il pensiero del procuratore – ma è ovvio che le ultime riforme hanno sostanzialmente segnato un passo indietro nel contrasto alle mafie, alla criminalità organizzata e comune, alle zone grigie. L’improcedibilità non è altro che una ghigliottina per i processi, c’erano tante altre opzioni prima di arrivare a questo: era possibile ad esempio recuperare centinaia di magistrati fuori ruolo, potenziare uffici giudiziari accorpandoli e facendoli lavorare a regime, una forte depenalizzazione dei reati cosiddetti bagatellari, tipizzare la possibilità di ricorrere in Appello e in Cassazione in modo più stringente, e altro».

Il futuro

«Sono il felice procuratore di Catanzaro, starò ancora qui e farò, faremo, altre belle cose. Sono un direttore d’orchestra ma con me ci sono grandi strumentisti e abbiamo tanto di quel lavoro che, anche se io mi fermassi oggi, per i prossimi 5 anni ci sarebbe comunque molto in cantiere. Ma sono qui e nessuno mi vuole in altri posti. Se poi dovesse accadere, sicuramente la Procura di Catanzaro è diventata allettante e prestigiosi magistrati faranno domanda per venirci. E chiunque verrà non potrà mai pensare di giocarsi la carriera per immobilizzare questa grande Procura», ha concluso Nicola Gratteri.

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