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«Occhiuto dica che se gli ospedali chiusi saranno riconvertiti»

Sono stato, a volte ferocemente, critico nei confronti di Mario Oliverio perché durante tutta la legislatura regionale diretta dalla sua Giunta ha continuato a richiedere, di fronte al plateale fa…

Pubblicato il: 30/10/2021 – 18:43
di Lino Puzzonia*
«Occhiuto dica che se gli ospedali chiusi saranno riconvertiti»

Sono stato, a volte ferocemente, critico nei confronti di Mario Oliverio perché durante tutta la legislatura regionale diretta dalla sua Giunta ha continuato a richiedere, di fronte al plateale fallimento del commissariamento della Sanità, la titolarità del commissariamento stesso. La critica risiedeva nel fatto che tale richiesta era genericamente basata sul “principio di autodeterminazione dei popoli” e non su un concreto piano di risanamento che restituisse ai calabresi il diritto alla salute di fatto negato.
Non è questa la sede per affrontare i motivi di tale situazione che consistono sia in un sottofinanziamento del SSR ma specialmente sulla incapacità della politica calabrese di elaborare una proposta di “sistema” che avesse come scopo la ricerca del consenso basata sull’efficacia del sistema stesso e non su inutili e pericolosi “pennacchi” forieri forse di voti ma non di risultati.
Oggi l’appena insediato Presidente della Giunta regionale sta portando avanti la stessa operazione. Ancora una volta rivendica che il commissariamento vada in capo a sé stesso. Lo fa con più garbo, con meno folclore di Mario Oliverio, non minaccia catene a Piazza Colonna ma chiede un incontro col ministro della Sanità e tuttavia la sostanza rimane la stessa. Le idee continuano a mancare e non sarà certo l’ennesimo ufficiale delle forze armate, già designato nella mente di Occhiuto come sub commissario, a risolvere il problema della salute dei calabresi.
Ancora una volta la partita della sanità in Calabria si gioca sul piano del potere di gestire circa tre miliardi e mezzo di Euro piuttosto che su quello di risolvere il problema della emigrazione sanitaria, del disagio quotidiano, delle lunghissime liste di attesa di quasi due milioni di calabresi.
Del resto a suo tempo Scopelliti aveva condotto la stessa operazione avendo solo il coraggio di avviare la chiusura di una decina di ospedali senza tuttavia riconvertirli in strutture di medicina territoriale e lasciandoli addirittura al saccheggio. Abbia allora il coraggio il Presidente Occhiuto di dire che quegli ospedali saranno i primi ad essere ripresi e riconvertiti come viene richiesto da tanti comitati di cittadini consapevoli, come quelli di Siderno, e che altri sedicenti ospedali dovranno essere avviati lungo la stessa strada per costruire una reale medicina di prossimità come peraltro richiesto dal PNRR. Abbia il coraggio di dire che dovranno restare attivi ma con ben altre potenzialità solo alcuni grandi ospedali Hub e Spoke che facciano la concorrenza agli ospedali del Centro Nord i quali hanno avviato un vero e proprio “reclutamento” di malati per realizzare quelle economie di scala che permettono loro di quadrare i bilanci e di investire ulteriormente aumentando l’offerta sanitaria e creando il circolo vizioso che distruggerà del tutto la sanità meridionale.
Il grande debito della sanità calabrese è stato già pagato dai ratei versati in questi anni, il resto è stato determinato dai vari commissari del governo nazionale ed è il governo che deve pagarlo. La politica calabrese deve assumersi il compito di spiegare alla gente che la medicina va riportata nei territori con strutture agili e articolate (chiamatele come volete Case della salute, di Comunità, Strutture distrettuali) e non con ospedali “fotocopia” a Serra S; Bruno come a Soveria Mannelli, a Cariati come a Melito, a Praia come Tropea.
Si abbia una volta il coraggio di fare politica e non demagogia dalla maggioranza appena insediata e dalla opposizione dove esistono le risorse e le idee per cambiare le cose.

*Medico e già dirigente della sanità in Calabria

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