La Calabria ha bisogno di una visione, ambiziosa e coraggiosa, che tenga conto dei suoi paesaggi, delle sue peculiarità e del suo patrimonio culturale. Fondamentale anche per ritrovare quell’identità smarrita. Essenziale per esprimere il suo potenziale economico, per la crescita, l’occupazione, l’inclusione sociale ed il ricambio generazionale. Decisiva per staccare un biglietto di ritorno per i “cervelli in fuga”.
Non sono i giovani, infatti, ad aver bisogno della Calabria, ma la Calabria dei tanti ragazzi che continuano a correre a gambe levate per colpa di politiche approssimative e di politici miopi, incapaci di un sogno audace. E senza di loro non c’è futuro che tenga perché la Calabria è sempre più spopolata, vecchia, stanca e ripiegata su sé stessa.
La sfida da vincere, dunque, è quella di un futuro possibile e la scelta di misure, di interventi ed azioni dovranno poter restituire al territorio, risultati positivi e benefici effetti, sin da subito, senza se e senza ma. Negli anni passati, i fondi europei sono stati spesi male e non hanno prodotto nulla in termini di ricadute.
Una sfida da vincere e al tempo stesso un’occasione da non perdere se si considerano i milioni di euro del Pnrr che pioveranno dal cielo nei prossimi mesi, una montagna di soldi che, di fatto, costituisce la chiave di volta per una terra che ha un disperato bisogno di riscattarsi dinanzi a chi (e sono troppi) la considera persa, assoggettata alla ‘ndrangheta, incapace di cambiare paradigma, rassegnata alla cattiva sorte per colpa di un manipolo di criminali, sanguisughe insaziabili, che resistono nelle paludi calabre perché frequentate da alcuni politici, imprenditori e professionisti senza scrupoli che ne alimentano fama e ricchezze.
Un’opportunità da cogliere mettendo in campo, forze sane e conoscenze disponibili e soprattutto adatte allo scopo. A centrare l’obiettivo mancato dai vecchi burocrati impegnati a costruirsi facili e disinvolte carriere e da politici dediti al culto del consenso a qualunque costo.
Ma la Calabria ha bisogno di risposte urgenti, una su tutte la sanità perché a queste latitudini si muore in attesa che arrivi un’ambulanza.
Perché dovremmo crederci questa volta? Perché la Calabria o si fa o si muore.
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