Ultimo aggiornamento alle 13:04
Corriere della Calabria - Home

I nostri canali


Si legge in: 3 minuti
Cambia colore:
 

Dal nazionale

Caso Ciro Grillo, dalla perizia l’ipotesi uso della droga dello stupro

È emersa dalla consulenza chiesta dal legale della ragazza presunta vittima di violenza sessuale di gruppo

Pubblicato il: 02/11/2021 – 11:16
Caso Ciro Grillo, dalla perizia l’ipotesi uso della droga dello stupro

Spunta l’ipotesi dell’utilizzo della droga dello stupro nella vicenda che ha coinvolto Ciro Grillo, figlio del cofondatore del Movimento 5 Stelle Beppe. Un’ipotesi emersa dalla perizia medico-legale chiesta dall’avvocata Giulia Bongiorno che difende Silvia, la ragazza che ha accusato Grillo, Edoardo Capitta, Vittorio Lauria e Francesco Corsiglia di averla violentata in gruppo la mattina del 17 luglio 2019 nell’appartamento in uso alla famiglia Grillo a Cala di Volpe (Sardegna).
La consulenza è stata depositata dalla legale presso l’ufficio del gip di Tempio Pausania, che venerdì 5 novembre deve decidere se mandare a processo o prosciogliere i quattro, ipotizza l’uso di sostanze inibitorie come il Ghb sulla presunta vittima.
Sostanze che potrebbero essere alla base della sensazione di intontimento e di perdita di coscienza da raccontata dalla vittima. La studentessa milanese ha più volte dichiarato ai pm di ricordare solo i primi minuti del rapporto di gruppo avuto con i quattro.

Afferrata e tenuta dalle braccia e dalle gambe

La consulenza di parte porta la firma del professor Enrico Marinelli della Sapienza, specialista in medicina legale. E avrà il suo peso nell’udienza preliminare di oggi. Gli indagati hanno scelto, infatti, il rito ordinario e, nell’ipotesi, dovrebbero rispondere di un’altra accusa.
Secondo quanto riportato da Repubblica, il medico legale che ha effettuato la perizia – il professor Enrico Marinelli della Sapienza, specialista in medicina legale – sostiene che i lividi sulle sulle braccia e sulle gambe della ragazza, refertati alla clinica Mangiagalli di Milano otto giorni dopo i fatti, siano «compatibili con un meccanismo di pressione e afferramento attuato da più persone contemporaneamente con le mani». Seguendo questa ipotesi, la studentessa milanese sarebbe stata tenuta ferma con la forza. Una circostanza riscontrabile anche nella testimonianza di A. M. ai carabinieri di Milano: «Ricordo di alcune foto di lei in reggiseno allo specchio sia frontalmente che di profilo in cui si vedevano chiaramente alcuni lividi sul costato a sinistra, sulla scapola destra e sulla coscia o all’altezza del bacino lato destro; ricordo che mi scrisse di avvertire dolori alle parti intime».
Marinelli aggiunge anche che il disturbo post-traumatico da stress diagnosticato in seguito è «coerente con un rapporto non consenziente e invasivo». E stima in 1.08 grammi/litro il tasso alcolemico nel sangue di Silvia. «Il tasso era tale da compromettere fortemente le capacità cognitive e di autodeterminazione».
Ma, spiega Marinelli, «Questo fenomeno è associabile anche all’uso delle cosiddette droghe da stupro. Hanno effetti simili all’alcool ma più rapidi, tanto che si dileguano nell’arco di 1-3 ore e sono rilevabili nei liquidi biologici per poche ore. In linea puramente teorica non è possibile escludere l’uso di sostanze di questo tipo prima e in associazione con l’alcool».

Argomenti
Categorie collegate

Corriere della Calabria - Notizie calabresi
Corriere delle Calabria è una testata giornalistica di News&Com S.r.l ©2012-. Tutti i diritti riservati.
P.IVA. 03199620794, Via del Mare, 65/3 S.Eufemia, Lamezia Terme (CZ)
Iscrizione tribunale di Lamezia Terme 5/2011 - Direttore responsabile Paola Militano
Effettua una ricerca sul Corriere delle Calabria
Design: cfweb

x

x