CATANZARO «Secondo lui dice non va bene. Perché noi al Morandi con questo materiale l’abbiamo fatto… e casca tutto». E’ un passaggio, in cui parla il capo cantiere, dalle intercettazioni agli atti dell’ordinanza dell’operazione Brooklyn condotta dalla Guardia di Finanza di Catanzaro e condotta dalla Dda del capoluogo che ha portato all’esecuzione di sei misure cautelari e al sequestro probatorio con facoltà d’uso dell’infrastruttura in riferimento all’utilizzo di materiale scadente utilizzato per risparmiare sui costi. I soggetti sono indagati a vario titolo per trasferimento fraudolento di valori, auto-riciclaggio, corruzione in atti giudiziari, associazione per delinquere, frode nelle pubbliche forniture, con l’aggravante di aver agevolato associazioni di tipo mafioso, in relazione, fra l’altro, ai lavori di manutenzione straordinaria del ponte “Morandi” e di un tratto della strada statale 280 “dei Due Mari”. Dalle conversazioni registrate emerge l’impiego nelle lavorazioni di un tipo di malta di qualità scadente, ma più economico di quello inizialmente utilizzato.
Il direttore tecnico: «A me serve nu carico 488 urgente, altrimenti devo vedere… devo mettere quella porcheria di ******* qui sui muri eh…, che c’hanno stoccato per Catanzaro… nu…nu bilico… però vorrei evitare ste simbrascugli». Il rappresentante della ditta fornitrice: «Eh… fai… fai… fai… fai… una figura di merda… perché quel prodotto non funziona». Il direttore tecnico: «Che prodotti stai usando? Gli ho detto sto usando *******. Ma purtroppo perché è una questione finanziaria. Gli ho spiegato io è come su? Fanno cagare… (sorride)». Rappresentante della ditta fornitrice: «Eh…». Capo cantiere: «Oh Gaetà, è passato ******* quest’altro fenomeno cà no. Direttore tecnico: «Eh…». Capo cantiere: «E stasera misura, vabbè? L’aggiu pigghiate ma ha visto qui… Dove àmo spicconare hai visto?».
Nei confronti di 4 persone coinvolte nell’inchiesta è stata disposta la misura custodiale (tre in carcere e una ai domiciliari). Si tratta degli imprenditori del Lametino Eugenio e Sebastiano Sgromo, dell’ispettore della guardia di finanza Michele Marinaro (già coinvolto nell’operazione Rinascita Scott) e della collaboratrice degli imprenditori Rosa Cavaliere (ai domiciliari). È stata, invece, disposta la misura dell’interdizione dall’esercizio delle attività professionali per un ingegnere dell’Anas, Silvio Baudi (per sei mesi) e per un geometra, Gaetano Curcio (per nove mesi), Il gip ha anche disposto il sequestro preventivo di tre società di costruzione e di oltre 200mila euro quale profitto dei reati contestati.
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