REGGIO CALABRIA «Il sindaco metropolitano, Giuseppe Falcomatà, oggi pomeriggio è intervenuto al webinar sui Contratti istituzionali di sviluppo (Cis), organizzato dalla sottosegretaria per il Sud e la Coesione territoriale, Dalila Nesci, che ha coinvolto i primi cittadini dei Comuni calabresi». Lo comunica una nota della Città Metropolitana di Reggio Calabria. Nel dirsi «compiaciuto per la ripresa di un discorso che sembrava essersi arenato», riconoscendone il merito all’esponete del Governo Draghi, Falcomatà si è mostrato, comunque, «piuttosto perplesso di fronte al criterio di classificazione dei progetti che vedrebbe penalizzati i Comuni che già risultano destinatari di altre fonti di finanziamento inserite, come i Cis, nel Fondo per lo Sviluppo e la Coesione (Fsc)».
«Atteso che i 97 Comuni della Città Metropolitana di Reggio Calabria – ha spiegato il sindaco – sono tutti destinatari dei “Patti per il Sud” e, molti di loro, anche del progetto sulle “Aree interne” sottoscritto, appena un mese fa, con la ministra Mara Carfagna, in base a questo parametro gli enti locali reggini si troverebbero relegati in fondo alle graduatorie dei Cis o, comunque, indietro nel diritto di preferenza rispetto agli altri municipi calabresi. Credo, quindi, si debba rivedere un criterio che trasforma, in una “deminiutio capitis”, quasi fosse una colpa, l’essere destinatari di fonti finanziamento come i “Patti per il sud” e, in quanto Città Metropolitana, il poter gestire direttamente risorse Fsc e Fesr. Oltretutto, non si può certo tramutare in elemento negativo l’essere una delle aree interne, come l’Area Grecanica, destinataria della strategia di crescita promossa insieme al Governo. È un criterio, dunque, che deve essere rivisto perché rischia di danneggiare fortemente la Città Metropolitana».
Ed a proposito di Città Metropolitana, il sindaco Giuseppe Falcomatà ha proposto l’idea che proprio Palazzo Alvaro, quale Ente di secondo di livello e di programmazione, possa «coordinare le attività dei Cis per i 97 Comuni reggini, così da continuare un percorso ampiamente collaudato attraversi i Patti per il Sud ed il Bando periferie ed andando incontro, allo stesso tempo, alle esigenze delle altre provincie calabresi chiamate, a quel punto, ad interfacciarsi con una Regione alleggerita di almeno il 30% di lavoro».
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