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«Cosa metterei nell’agenda di Occhiuto»

Roberto Occhiuto succede a Jole Santelli dopo la tragicomica parentesi della reggenza del signor Nino Spirlì imposta dalla legge, per la scomparsa della compianta prima presidente donna, ma indire…

Pubblicato il: 04/11/2021 – 14:00
di Mimmo Nunnari
«Cosa metterei nell’agenda di Occhiuto»

Roberto Occhiuto succede a Jole Santelli dopo la tragicomica parentesi della reggenza del signor Nino Spirlì imposta dalla legge, per la scomparsa della compianta prima presidente donna, ma indirettamente anche dall’imposizione lottizzatoria di Matteo Salvini che Spirlì scelse, come suo uomo di fiducia, al Governo della Regione. Non è facile il compito che attende Occhiuto nell’ultima regione d’Europa in quanto a sviluppo, con la mafia più potente del mondo (primato di cui i calabresi farebbero a meno) che frena ogni tentativo di riscatto non solo economico ma anche civile. Viene però, Occhiuto, da una lunga e dignitosa esperienza parlamentare portandosi dietro il suo passato di cattolico e moderato, che lo distinguono dal pantano di un centrodestra concertato da un padre padrone (Berlusconi) e dall’improbabile leader sovranista o chissà che Matteo Salvini a cui mancano i fondamentali di cultura e civiltà. Poi c’è Giorgia Meloni, in quel centrodestra, che fa il suo mestiere, tra nostalgici e nuovi esemplari di destrorsi moderni, tipo Michetti.
Se potessi, nell’agenda del nuovo presidente della Giunta regionale scriverei tre parole: riconciliazione, innovazione, manutenzione. Riconciliazione, perché la Calabria dei 400 comuni, delle 5 province, delle piccole patrie sparse tra la montagna e la marina, ha bisogno di riconciliarsi primariamente con se stessa e poi col resto del territorio nazionale, per uscire dal suo isolamento e da una marginalità storica e dolorosa, anche dal punto di vista umano del sentirsi uguali a tutti gli altri italiani.
La Calabria riconciliata sarà più forte, pur mantenendo le differenze di tradizioni, cultura, lingua che se messe assieme diventano ricchezza e linfa per tutti. La seconda parola che scriverei nell’agenda è innovazione, che significa attenzione ai mutamenti dell’ambiente, alle scoperte scientifiche, al nuovo lavoro, senza perdere di vista il mercato; avendo un’idea visionaria del futuro, ossia individuando con anticipo soluzioni e idee che si riveleranno nel tempo le migliori. Innovare, in una regione senza un tessuto industriale alle spalle, dovrebbe essere la strada maestra e anche la più facile da percorrere; tanto del passato c’è poco da rottamare o ristrutturare. La terza parola è manutenzione: un termine uscito dal vocabolario dei comuni, degli enti locali, della pubblica amministrazione, e che invece nell’epoca in cui bisogna ridurre i consumi, le spese, le emissioni inquinanti è indispensabile per mantenere in buono stato ciò che si ha, garantendo l’efficienza funzionale e il decoro attraverso gli opportuni interventi. Servirebbe anche una buona manutenzione della politica, e l’occasione per Occhiuto è irrepetibile se allarga gli orizzonti facendo diventare la Calabria un laboratorio nazionale di ciò che sarà l’Italia politica, sul modello Draghi magari, che comprende tutti coloro che avvertono il senso di responsabilità di un Governo per tutti prima di tutto, che significa ricerca del bene comune, senza slogan e manie sondaggistiche che sono come il gioco dell’oca dei bambini.

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