CORIGLIANO ROSSANO «Diventa sempre più urgente un confronto con la Conferenza dei Sindaci, affinché sia affrontato il tema della riorganizzazione complessiva della sanità pubblica provinciale. A partire dall’Atto Aziendale, che necessita di un confronto in merito alla visione strategica che si vuole avere del sistema sanitario provinciale». Lo dichiarano in una nota Giuseppe Guido e Vincenzo Casciaro, segretari generali della Cgil e della Funzione Pubblica della Cgil Pollino Sibaritide Tirreno.
«Ad oggi – proseguono – siamo costretti ad osservare che l’Atto Aziendale predisposto dall’Asp di Cosenza, non ha un’anima, né è maturato in base a un confronto con le forze sociali e la Conferenza dei Sindaci. Un Atto Aziendale che si limita a rappresentare la fotografia dell’esistente e che non si proietta in funzione delle nuove necessità ed urgenze, a cominciare dall’emergenza pandemica. Anzi, si sofferma solo sull’ospedalizzazione, di fatto riducendo la territorialità e quindi la prevenzione. Così come è concepito, l’Atto Aziendale non può trovare la nostra approvazione. Auspichiamo pertanto, che il confronto sul documento possa riaprirsi sin da subito, cogliendo la disponibilità offerta dal Commissario. Ad oggi, l’Asp di Cosenza va avanti con un Atto Aziendale, del 2017 e scaduto da oltre un anno».
«Da mesi, la Cgil e la Fp Cgil comprensoriali affermano che è necessario aprire un più ampio confronto con tutti i soggetti – Conferenza dei Sindaci, Parti Sociali, Azienda Sanitaria – in modo da costruire un modello virtuoso di sanità, che parta dall’analisi dei bisogni della Collettività e organizzi le strutture in funzione di essi. Ma che sappia anche traghettare la sanità pubblica su ricerca, prevenzione, territorialità. È necessario, perciò, che il presidente della Conferenza dei Sindaci convochi urgentemente un incontro, per discutere di programmazione sanitaria. Ma il quadro politico, purtroppo, si presenta frammentato e diviso. Assistiamo sempre più spesso a singoli sindaci, o gruppi di sindaci omogenei per territorio, costretti a promuovere iniziative, anche clamorose, a difesa dell’esistente, che insiste nel proprio territorio comunale, o in un hinterland circoscritto. Tutto ciò, come appare di tutta evidenza, se apparentemente soddisfa il bisogno di ottenere risposte, in realtà allontana sempre di più la possibilità di un confronto di ampio respiro, che renda giustizia al bisogno di sanità, e che sia omogeneo su tutto il territorio provinciale. E così – avanzano Guido e Casciaro – ci è capitato di ascoltare sindaci che protestavano per la ventilata chiusura di un laboratorio analisi o per la mancanza di un Infermiere, o un oss, in un determinato reparto. Riteniamo però che questo non sia il metodo più adeguato per restituire forza e autorevolezza a un sistema sanitario che è carente su tutto».
«Da molti mesi il sindacato lamenta la cattiva organizzazione del servizio di emergenza-urgenza, con particolare riferimento al 118: un problema che non attiene a singole postazioni, ma che riguarda tutto il servizio, carente di medici, infermieri, autisti e mezzi idonei».
«Ad oggi, la sanità pubblica, per colpa di un commissariamento che ha imposto solo tagli, soffre di gravi carenze di personale medico e non medico, di tecnici, di amministrativi, e quindi la prima, vera battaglia che bisognerà affrontare è come rendere sufficiente il personale. Ci rivolgiamo pertanto ai Sindaci – concludono Guido e Casciaro – perché non si dividano su singole questioni, ma sappiano fare sinergia, per costruire un percorso da troppi anni rimasto inesplorato, che è quello della unitarietà d’intenti, che la Conferenza dei Sindaci dovrà saper gestire e governare».
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