CROTONE «L’eccellenza sanitaria è presente anche in Calabria». Lo ha detto questa mattina a Crotone il professore Pierluigi Nicotera, che dirige Dzne – Deutsche zentrum für neurodegenerative erkrankungen -, prestigioso Istituto nazionale tedesco di studio delle patologie neurologiche (è un istituto pubblico nato per volontà del governo tedesco). Il presidio sanitario di eccellenza di Crotone è l’istituto Sant’Anna che, nella città pitagorica, ha due sedi dove si praticano attività mediche di riabilitazione. È conosciuto, in Italia e all’estero, come centro di alta specialità riabilitativa per gravi celebrolesioni.
Il rapporto tra l’istituto tedesco che, nella madre patria, ha ben dieci sedi, e il S. Anna di Crotone non nasce oggi. La prima convenzione, infatti, è stata sottoscritta qualche anno fa e stamattina è stata prorogata per altri tre anni. Anche per i prossimi tre anni, quindi, i due istituti, quello pubblico tedesco e il privato di Crotone, potranno continuare a fare ricerca su pazienti con esiti di ictus.
L’istituto tedesco sperimenta i farmaci e i loro effetti e il Sant’Anna mette in campo la nuova tecnologia utilizzata nel campo della riabilitazione per soggetti colpiti da Ictus.
L’iniziativa è stata presentata nel corso di una conferenza stampa, che si è tenuta nella sede del S. Anna di Poggio Pudano. Come ha spiegato nel suo intervento il professor Nicotera, che opera in Germania ma è originario di Catanzaro, la partnership pubblica-privato ha l’obiettivo di «comprendere se l’evoluzione del recupero possa essere influenzata da componenti genetiche». «I risultati della ricerca potrebbero permettere lo sviluppo di nuovi trattamenti riabilitativi personalizzati, con la possibilità di ridurre la disabilità dopo l’ictus».
La ricerca potrebbe, quindi, fornire i mezzi per confezionare farmaci mirati alla cura di ogni soggetto colpito dall’ictus. Si sperimenta e i malati saranno scelti tenendo conto della caratteristica della malattia e della sua invasività.
Nicotera ha avuto parole di elogio per il S. Anna che, a suo dire, «ha strumenti tecnologici che sono all’avanguardia non solo in Italia, ma anche in Europa». Sant’Anna e Dzne sono due istituti che collaborano alla pari per obiettivi importanti: garantire il recupero totale di soggetti, in altri tempi, destinati a vivere su una sedia a rotelle o perdere la capacità di parlare.
Emozionatissimo l’amministratore unico del S. Anna, Giovanni Pugliese, che ha parlato di «riconoscimento alla Calabria». Non era facile per una struttura del profondo Sud riuscire a fare ricerca in partnership con un istituto tedesco, che gode dell’attenzione di tutto il mondo. Il S. Anna ci è riuscito e, quindi, Pugliese si è emozionato. «Non penso che la ricerca si debba fare per avere la medaglia – ha sottolineato Pugliese – ma deve rappresentare una cosa necessaria da trasferire sui pazienti».
Orgoglioso del risultato conseguito anche il direttore scientifico del S. Anna, Paolo Tonin, che si è soffermato sull’importanza che ha il progetto per il recupero dei pazienti. Tonin ha ricordato che l’ictus, a livello mondiale, è la seconda causa di morte e la prima per l’invalidità. Erano presenti, tra gli altri, all’iniziativa il commissario dell’Asp pitagorica, Domenico Sperlì, e il direttore generale del dipartimento Sanità della Regione Calabria, Giacomo Brancati. La cerimonia si è conclusa con la firma della convenzione. Il documento è stato sottoscritto da Pugliese, Nicotera e da Sabine Helling-Moegen, direttore amministrativo dell’istituto tedesco. (redazione@corrierecal.it)
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