CATANZARO Lavori dati in affidamento e ribassi troppo importanti per potere ottenere risultati duraturi. Il Consorzio Valori aveva affidato alla Tank srl i lavori per il secondo lotto del ponte Morandi di Catanzaro per un ribasso del 32,456%. Una bella differenza con la ditta che si era aggiudicata il primo lotto con il 18,70% di ribasso.
Gli sconti eccessivi fanno a botte con la qualità e la Tank srl – gestita di fatto, secondo l’accusa, da Sebastiano ed Eugenio Sgromo – a settembre 2019, quando la malta di buona qualità comincia a scarseggiare, decide di adoperare una malta scadente. Un materiale che lo stesso direttore tecnico della Tank, Gaetano Curcio, definisce «una porcheria». La decisione finale di usare la malta scadente sarebbe stata presa da Sgromo, al termine di una riunione. Su tutti cantieri della Tank, compreso il ponte di Catanzaro, si passa al materiale di minore qualità «con il colpevole avallo dell’ingegnere Silvio Baudi», direttore dei lavori della stazione appaltante Anas, è scritto nella richiesta di misure cautelari dell’inchiesta denominata Brooklyn, vergata dal procuratore Nicola Gratteri e dal il pm Veronica Calcagno. «Io sono col culo a terra senza materiale quindi devo capire… se le cose temporeggiano devo correre ai ripari», dice Curcio rivolgendosi al referente commerciale per l’acquisto della malta buona al quale espone la propria assoluta necessità di ricevere un nuovo carico di prodotto, altrimenti dovrà usare «quella porcheria». «A me serve nu carico 488 urgente altrimenti devo vedere…devo mettere quella porcheria di … qui sui muri eh», si lamenta il direttore tecnico.«Fai una figura di merda perché quel prodotto non funziona ma intanto se non ci sono spostamenti già… mmm… ci siamo presi una bella responsabilità», gli risponde il suo interlocutore il quale, dal canto suo, ricorda a Curcio che c’erano problematiche di carattere finanziario a causa di un insoluto di Sgromo. Il 27 settembre 2019 sarebbe proprio Eugenio Sgromo, nel corso di un incontro con Gaetano Curcio e Rosa Cavaliere (amministratore della Tank ma, di fatto, semplice dipendente) a decidere di prendere la malta scadente.
«La scelta di impiegare un diverso materiale emerge come limpidamente connessa a una problematica di natura finanziaria, legata evidentemente al massivo ribasso applicato in fase di gara», annotano gli inquirenti.
Il materiale scarso non è stato acquistato solo per i lavori sul ponte ma anche sui muri della SS 280. Curcio chiama Baudi e gli chiede se può utilizzare la malta scadente per i muri. «Però mi devi fare sempre la cortesia, se riesci, parti d’opera completi… non mischiare… non mischiamo», gli chiede il funzionario Anas. Ma questa è una promessa che il direttore tecnico della Tank non può mantenere: «Eh… parti d’opera non riesco… un muro è 1000 metri quadri. Se io c’ho bisogno…». Baudi rettifica: «No no no… parti d’opera io intendo anche un taglio, no?! una sezione, un giunto…».«Eh si… cerchiamo di… si…», si sforza di promettere Curcio.
Raggiunto un accordo con il funzionario Anas, Curcio chiama il referente della malta scadente chiedendo la consegna urgente di 30mila chili. «Il materiale in questione verrà impiegato sia sul ponte Bisantis di Catanzaro che sui muri della SS280», scrivono nelle informative i militari delle Fiamme gialle di Catanzaro. Qualche giorno dopo Curcio si trova a confrontarsi con il rappresentante della malta di qualità. È quest’ultimo che lo chiama dopo avere saputo dell’acquisto fatto dalla Tank: «No, ti volevo dire, ho saputo che mi hai fatto le corna lì su quei muri con …». «Per forza – risponde Curcio – come devo fare, mica potevo sfare fermo, te l’ho detto». Il rappresentante si informa su come vadano i prodotti della concorrenza. «E come vanno… vannooo… a forza…», risponde Curcio. «Ma fessurazioni non ne stai avendo problemi di fessurazioni?», chiede il rappresentante.«Ehhh… fessurazioni sì, se non bagni bene il supporto si… si… fessurano», spiega Curcio il quale poi precisa che la scelta di non prendere più la marca migliore «è una questione finanziaria».
Su una superficie liscia la malta buona riesce ad aderire, quella più scadente ha bisogno di un aiuto rendendo la superficie più ruvida. Il 15 ottobre, pochi giorni dopo l’acquisto del materiale economico, il referente operativo per il cantiere dei muti della SS 280 chiama il direttore tecnico Gateano Curcio. L’operaio spiega che «noi al Morandi questo materiale l’abbiamo fatto e casca tutto» e propone di «spicconare» un poco di più per rendere la superficie più ruvida. «… ma non… no, no così non va bene se mettete un altro tipo di materiale», chiede l’operaio. «Non abbiamo altri tipi di materiale…spiccona nn po’ di più», gli dice Curcio. Quello che serve è una “bocciardatura”, ovvero un lavorazione tesa a rendere la superficie ruvida, in modo da fare utilmente aggrappare la malta scadente. Questa tecnica è però dispendiosa in termini di tempo «tant’è che la Tank non procede con una demolizione (più onerosa), ma con l’esecuzione di fori – scrivono gli inquirenti –, ad una distanza che il Baudi non ritiene satisfattoria ai fini dell’adesione della malta (e, conseguentemente, della durala del sito oggetto di intervento). Il Curcio, cosciente del fatto che una lavorazione di bocciardatura puntigliosa sarebbe troppo dispendiosa in chiave temporale, riesce a spuntare un non meglio specificato “infittimento” della foratura dei muri». Baudi è consapevole del fatto che la malta scadente «l’ho già testato su una superficie pressoché liscia, ha fatto guai. Poi non lo so se è stata messa male, pero ha fatto guai, si è staccato, a fogli. E quindi ehhh… (sorride) sai com’è, mi preoccupo non solo per un discorso di…di…di faccia che ci…ci metto…». Curcio propone di “rinfittire” «i forellini che abbiamo fatto, anziché farli…che li ho visti che erano larghi, gli ho detto rinfittisci». Tutti gli indagati riconoscono le prestazioni mediocri della malta che è stata utilizzata. Ma come ha spiegato Curcio al rappresentante della malta buona: «Sgromo non punta tanto a sti lavori qua. Secondo me sono…non ci…non ci…non ci investe tanto. […] non gli interessa tanto. Ma non c’è… non ci sono margini, c’ha pochi numeri qua… guadagna solo il Consorzio…». (a.truzzolillo@corrierecal.it)
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