CATANZARO Un debito commerciale “monstre” e ancora non quantificato (se non per approssimazione, intorno ai due miliardi), i perduranti “buchi” di bilancio e un disavanzo galoppante che si scaricherà sulle tasche dei calabresi, la contabilità (ancora) orale in molte aziende, a partire da quella di Reggio Calabria, e persino nella gestione accentrata, e poi il crollo dei livelli essenziali di assistenza, abbondantemente sotto soglia. Il dossier che il neo commissario della sanità calabrese Roberto Occhiuto troverà sul suo tavolo è un campo minato e al tempo stesso una prospettiva che si prefigura da lacrime e sangue.
«Sulla sanità mi gioco tutto», ha più volte detto in questi giorni Occhiuto, e l’ha detto a ragion veduta. Dovrà partire, infatti, Occhiuto, dalla «forte preoccupazione in ordine alle rilevanti criticità che continuano a registrarsi» espressa a fine luglio l’ultimo Tavolo Adduce, il tavolo che valuta i (mancati) passi avanti della Calabria “canaglia” nell’attuazione del Piano di rientro. Il verbale della seduta di quel Tavolo, che ha segnato un’altra bocciatura per la sanità calabrese e per il predecessore di Occhiuto, il prefetto Guido Longo, fotografa lo stato dell’arte che il nuovo commissario-governatore si troverà a dover affrontare: è lo stato dell’arte è un disastro. A partire dai conti, dall’ultimo disavanzo attestato a 91 milioni (nonostante il 2020 si sia chiuso con un attivo) e dal conseguente ulteriore incremento delle aliquote fiscali Irpef e Irap (cioè, delle tasse a carico dei calabresi) per l’anno d’imposta in corso, rispettivamente nelle misure di 0,15 e 0,30 punti, e – scrive il Tavolo Adduce – «per l’applicazione del divieto di effettuare spese non obbligatorie da parte del bilancio regionale fino al 31 dicembre 2022». Il disavanzo è un’emergenza storica, come lo sono poi il caos gestionale e amministrativo nelle aziende sanitarie e ospedaliere, l’endemica carenza di personale (all’appello prima del Covid – secondo calcoli comunque anche qui sempre molto approssimativi – mancavano oltre 3.000 figure professionali, coperte solo per un terzo con l’emergenza pandemica), come storica è la finanza “creativa” delle aziende sanitarie e ospedaliere nell’adottare i bilanci, laddove vengono adottati (secondo il verbale dell’ultimo Tavolo Adduce non si hanno ancora notizie dei bilanci dell’Asp di Reggio Calabria dal 2013 al 2018 e dei bilanci della Gsa per gli anni 2015-2018, giusto per fare un esempio). E c’è da chiarire anche la questione, emersa anche questa all’ultimo Tavolo Adduce, dei gravissimi ritardi della Calabria nell’uso dei fondi inviati dal governo per l’emergenza Covid 19: dei 115 milioni stanziati ne sarebbero stati spesi poco più di una trentina.
E poi, c’è la partita, grossissima e difficilissima, del debito commerciale da azzerare, partita che Occhiuto ha ben chiara, essendosi già mosso in questa direzione sia prima di essere eletto sia subito dopo la sua elezione alla guida della Regione. «Al momento non è stata quantificata l’entità del debito pregresso, che è peraltro un’attività in capo al commissario», ha sentenziato il Tavolo Adduce di luglio “gelando” la richiesta di una gestione stralcio dell’allora commissario Longo. Occhiuto sul punto dà l’impressione di essere sul pezzo, visto che oggi ha dichiarato che intende chiedere subito al governo di «adoperarsi per dare attuazione alla sentenza della Corte costituzionale proprio sul commissariamento della sanità in Calabria, affinché il commissario possa essere coadiuvato da esperti selezionati da lui stesso e dal governo» (la soluzione dovrebbe essere un emendamento nella prossima Finanziaria). Ma quello dell’azzeramento del debito resta un problema di dimensioni mostruose e allarmanti, visto che ancora non si sa nemmeno a quanto ammonti.
Poi, altra sfida e altra rogna per Occhiuto commissario-governatore: la qualità dei servizi, che in Calabria è quella che (non) è. Anche qui il Tavolo Adduce di luglio consegna un quadro devastante, riscontrando, con riferimento ai Lea, che «il punteggio complessivo registra nel 2019 un punteggio pari a 125, collocandosi al di sotto della soglia di adempienza ed in notevole diminuzione rispetto al punteggio del 2018».
E infine, altri, seri e delicati “nodi” da sciogliere, che riguardano la governance. Come sarà potenziato e migliorato, se sarà potenziato e migliorato, il Dipartimento Tutela della Salute? E i commissari aziendali nominati da Longo con l’intesa del governatore reggente Spirlì, che a questo punto appaiono comunque a rischio? Infine, Occhiuto ha già avviato contatti e interlocuzioni per trovare nuovi e competenti sub commissari (che sceglierà d’intesa con il governo): l’impressione è che anche l’esperienza calabrese degli attuali sub commissari Michele Ametta e Angelo Pellicanò sia arrivata al capolinea. (a. cant.)
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