REGGIO CALABRIA «Io grido allo scandalo. Grido alla vergogna perché non è possibile che una società come la “Hermes” possa prendersi il lusso di licenziare due lavoratrici a prescindere dal ruolo che hanno». Sono queste le parole di denuncia di Fortunato Lo Papa, segretario Fisascat Cisl Calabria, che nella mattinata del 5 novembre ha coordinato il sit-in pacifico davanti a Palazzo San Giorgio. Oggetto della protesta è il licenziamento di due lavoratrici della società partecipata del Comune, Gangemi e Curatola, dopo un iter gestito, secondo il sindacato in maniera «unilaterale» da parte della società attraverso il suo amministratore delegato, l’avvocato Giuseppe Mazzotta, accusato di aver «sollevato un muro d’acciaio» intorno alla questione.
La richiesta portata oggi nella piazza antistante il Comune è di «revoca immediata del licenziamento».
«Non riteniamo giusto – aggiunge Lo Papa – che le dottoresse Curatola e Gangemi siano state licenziate dalla sera alla mattina dalla “Hermes Srl”». Nei fatti, in base alla ricostruzione offerta dal segretario Fisacat Cisl, tutto parte dal percorso di ristrutturazione aziendale avviato dalla “Hermes”. «Come organizzazione sindacale siamo stati parte attiva, tanto che in un verbale a giugno abbiamo riposizionato circa 90 dipendenti a un livello superiore rispetto a quello in cui venivano impiegati dalla società». Al contempo, la società partecipata ha deciso di sopprimere l’area Quadri, dov’erano impiegate Curatola e Gangemi. «Alle lavoratrici era stato proposto il demansionamento e lo hanno accettato». In parallelo è stata avviata una causa nei confronti della società «perché alcuni aspetti economici sono stati soppressi in maniera unilaterale ed abbiamo congelato la situazione chiedendo la possibilità di difenderci in tribunale». Qui sarebbe dunque intervenuta la decisione della “Hermes Srl” di avviare l’iter per il licenziamento. «Sono state attivate le procedure presso l’Ispettorato del lavoro per il licenziamento per “giustificato motivo oggettivo”. Anche lì – dice il sindacalista – eravamo intervenuti con la proposta di accettare il “primo livello” per le dipendenti, ma l’azienda ha proseguito per il licenziamento».
Prima di arrivare al “punto di rottura” sfociato nel licenziamento, il sindacato aveva provato ad avviare un dialogo costruttivo col Comune che «aveva dato delle linee sia di indirizzo amministrativo che politico per tutelare le posizioni lavorative». Dialogo interrotto dopo la decisione di “Hermes” di puntare i piedi. Cisl ha in seguito chiesto nuovi incontri al sindaco, il 21 e il 29 ottobre in forma urgente, senza per tale ricevere risposta. «Noi siamo qui per rivendicare il diritto al lavoro; il rispetto della dignità di queste lavoratrici messa in difficoltà da decisioni unilaterali. Vorremmo che l’amministrazione faccia tornare alla serenità l’amministratore delegato della “Hermes” che si è preso il lusso di licenziare due persone dalla sera alla mattina».
Nel mentre, viene avviata anche una interlocuzione a livello nazionale atteso che «il governo si è orientato per la proroga del blocco dei licenziamenti. Noi chiediamo questo, la continuità lavorativa». (f.d.)
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