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«Occhiuto punto di riferimento politico-istituzionale per la Calabria»

«La decisione del Governo di nominare Roberto Occhiuto – Presidente della Regione Calabria da qualche giorno – quale Commissario per la Sanità, può essere senz’altro salutata come un grande attest…

Pubblicato il: 05/11/2021 – 9:18
di di Saverio F. Regasto
«Occhiuto punto di riferimento politico-istituzionale per la Calabria»

«La decisione del Governo di nominare Roberto Occhiuto – Presidente della Regione Calabria da qualche giorno – quale Commissario per la Sanità, può essere senz’altro salutata come un grande attestato di stima, personale e istituzionale, nei confronti del neoeletto, in particolar modo se pensiamo che nel recente passato tale importante scelta fiduciaria non era stata compiuta (molti ricorderanno le insistenti richieste di Mario Oliverio, sempre puntualmente declinate dall’Esecutivo). Occhiuto diviene, dunque, punto di riferimento politico-istituzionale per la Calabria e, contestualmente, è chiamato, con poteri commissariali, a gestire uno dei settori più onerosi e complessi fra quelli di competenza regionale, la sanità (per tacere dei trasporti, della forestazione, dell’ambiente, con i problemi mai del tutto risolti dei rifiuti e della depurazione, dell’intera macchina burocratica). Tutte difficoltà a cui bisogna necessariamente aggiungere, purtroppo, la piaga della criminalità organizzata che permea in maniera importante un tessuto sociale sano, ma talvolta troppo tollerante nei confronti di quella “zona grigia” che rappresenta l’anticamera della ndrangheta.
Conosco il Presidente Occhiuto dai tempi dell’Università (abbiamo, in comune, la frequentazione delle Aule del Campus di Arcavacata), lui di qualche anno più giovane di me, per sua fortuna, la passione – per me solo giovanile – per la politica, l’impegno – per lui molto presente e sentito – nelle fila del movimento giovanile cattolico e senza voler assumere un atteggiamento agiografico posso senz’altro affermare che i nostri confronti dialettici, molto spesso su fronti opposti, con il compianto Maestro Professor Francesco Fontana (di recente tragicamente scomparso nell’incendio della sua abitazione) a svolgere il ruolo del mediatore – in realtà tifoso di Roberto, a ragione da lui considerato un vero e proprio “allievo politico” – hanno conservato in me un ricordo, mai più alimentato purtroppo nel corso degli anni, di un politico serio, equilibrato, moderato e, soprattutto, estremamente vocato all’ascolto, alla conoscenza delle cose, al loro bilanciamento e, infine alla decisione (che auspicava fosse sempre la più condivisa possibile).
Ora, dopo un lunghissimo periodo trascorso quale parlamentare a Roma, ha deciso di far rientro in Calabria accettando una sfida improba e difficile, resa ancora più spinosa dalla nomina a Commissario per la Sanità, un settore nel quale come è noto si intrecciano molteplici interessi, virtuosi e non, oltre che i tentacoli della criminalità organizzata.
Auspico, nel nome di quelle qualità che ho apprezzato più di trenta anni fa, che abbia forza e volontà – indipendentemente da qualsiasi logica di appartenenza (ribadisco, non sono mai stato un sodale di Roberto, anzi molto spesso eravamo su posizioni estremamente divergenti, ma non abbiamo mai ceduto alla logica dell’insulto o della violenza verbale) – per contribuire a risollevare la Calabria dai guai che per decenni l’hanno relegata a fanalino di coda dell’Europa, partendo dalla istituzione – di concerto con l’autorità giudiziaria – di un punto di riferimento regionale sulla trasparenza e sulla legalità (non una vuota scatola, ma un moderno ufficio dedicato alla compliance). Diversamente i calabresi avranno affidato le loro sorti, come nel recente passato, all’ennesimo presunto “uomo della provvidenza” che si dimostrerà essere solo un ingranaggio di quel potere volto esclusivamente a rinnovare sé stesso, con buona pace per la Calabria e i calabresi, sempre più fatalisti, sempre più rassegnati.

*Università degli Studi di Brescia

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