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LA POLEMICA

Calabrese replica a padre Zanotelli: «Locri non è la “capitale della ‘ndrangheta”»

Il sindaco commenta alcune affermazioni fatte durante l’incontro di solidarietà a Lucano. «Città ambisce a diventare simbolo della legalità»

Pubblicato il: 07/11/2021 – 17:45
Calabrese replica a padre Zanotelli: «Locri non è la “capitale della ‘ndrangheta”»

LOCRI «Padre Zanotelli per difendere Lucano si scaglia contro la città di Locri, definendola “capitale della ‘ndrangheta”». Immediata la presa di posizione del sindaco Calabrese che non ci sta e replica: «Ora basta con gli insulti alla nostra città. Padre Zanotelli difenda pure Mimmo Lucano ma non denigri la nostra città».  
Alla manifestazione nazionale “Abbracciamo Riace e Mimmo Lucano. Chiamata alle arti” molti gli esponenti del mondo religioso, dello spettacolo e dell’arte che intervengono sulla vicenda e sulla sentenza Lucano. A far adirare il primo cittadino locrese, Giovanni Calabrese, le parole di Padre Zanotelli che – è scritto in una nota – «per difendere Lucano si scaglia contro Locri e fomenta le piazze contro la magistratura». “Locri lo chiarisco per chi viene da fuori, è la capitale della ndrangheta, la più potente organizzazione mafiosa al mondo. È mai possibile che una procura abbia speso due anni per perseguire Mimmo e non il vero obiettivo che è la Ndrangheta?” ha detto Padre Zanotelli prima che il giornalista Gad Lerner intervistasse Mimmo Lucano.
Non ci sta il sindaco Calabrese che non entra nel merito della sentenza e dell’iniziativa pro Lucano, ma «non accetta, anzi condanna le esternazioni di un uomo di Chiesa che definisce Locri “capitale della ‘ndrangheta” e ancor di più mette in discussione il ruolo della magistratura».

«Ora basta con gli insulti alla nostra città. Per anni – sottolinea e chiarisce il primo cittadino, anche e soprattutto per chi viene da fuori – la nostra città è stata ostaggio della ‘ndrangheta e dei suoi cattivi e sanguinari uomini. Per anni gente onesta e innocente è stata assassinata da questa gentaglia. Per anni abbiamo sofferto e vissuto con disagio e paura. La magistratura e le forze dell’ordine hanno lavorato e lavorano, in questo territorio, nel rispetto della legge e per ricostruire, insieme alle forze positive del territorio, la legalità e far rispettare le regole del vivere civile».
«Però – chiosa Calabrese – in diverse occasioni, quando abbiamo contrastato con atti concreti la ‘ndrangheta, quando abbiamo detto No alla mafia, in tutti questi anni di battaglie, in tante nostre manifestazioni, come giusto che fosse per chi crede che “la mafia è una montagna di merda”, in tutti questi anni, non abbiamo visto don Zanotelli e i suoi amici».
«Oggi, grazie al sacrificio di persone perbene, alla coraggiosa resistenza di chi è rimasto e alla determinante azione della magistratura, che oggi è sotto attacco da molti esponenti sostenitori di Lucano, e dell’impegno delle forze dell’ordine, Locri sta diventando una città normale che ambisce a diventare simbolo della legalità, Locri, città di Zaleuco, primo legislatore. L’esternazione di Padre Zanottelli, tra l’altro fuori luogo e inadeguata, non solo ferisce ma determina, soprattutto in chi viene da fuori, un quadro distorto sulla realtà e offende chi invece lotta quotidianamente. Lo sappiamo, non abbiamo suscitato l’interesse di Zanotelli e company, persone che oggi insultano la Magistratura per aver condannato l’ex sindaco di Riace. Ognuno ha una sua idea, la Magistratura ha emesso una sentenza, i sostenitori di Mimmo Lucano hanno tutto il diritto di difenderlo, ma non gli è consentito di gettare fango sulla città di Locri. Sarebbe bello che Zanotelli, Lerner, la Mannoia, tra l’altro ospite della nostra città anni fa, e company si facessero portatori, oltre alla drammatica situazione dei migranti, anche dei disperati della Locride, del nostro disagio, della nostra povertà, della mancanza di lavoro, della mancanza di speranza per i nostri giovani. Ma a Zanotelli e company tutto ciò non interessa». 

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