CATANZARO Il servizio della polizia municipale non è lo stesso nelle grandi città e nei piccoli paesi, la prestazione varia in base al tipo di investimento fatto dai comuni e alla previsione dei fabbisogni differenziata per ogni comunità. Openpolis in un suo report traccia la presenza dell’attività della polizia municipale nei diversi centri calabresi, evidenziando le criticità di alcuni paesi che risultano quasi scoperti dal servizio – o dove i dati non sono di facile reperimento – e, allo stesso tempo, documenta i centri che risultano invece ben serviti. Le funzioni operative a cui ci si riferisce quando si parla delle attività della municipale sono chiaramente di vario genere. In primis fanno riferimento alla gestione del traffico, alle sanzioni da effettuare in caso di violazione del codice della strada e alla viabilità in generale. Tra le altre mansioni ci sono le attività di controllo per gli esercenti, i negozi e i locali, o ancora le funzioni amministrative come il rilascio di permessi. Sono tutti servizi che non vengono dispiegati nello stesso modo nelle grandi città, dove, ad esempio, il comparto è attivo 24 ore su 24, rispetto ai piccoli borghi dove invece l’attività è ridotta.
Per la polizia locale sono 19 le variabili determinanti che decidono quanto un comune dovrebbe spendere. Ad incidere maggiormente è la dimensione demografica del comune, più è popoloso maggiore sarà la spesa standard per il servizio. Il secondo aspetto chiave è l’incidentalità. Ci si aspetta di sostenere una spesa maggiore nella funzione polizia locale nei comuni dove avvengono tanti incidenti stradali. Altre variabili che rendono ragionevole attendersi una crescita della spesa sono il numero di addetti nel settore del turismo, la densità abitativa, il numero di scuole, oltre alla presenza di un servizio di polizia locale armato o che svolge turni di notte. Una maggiore spesa standard è inoltre correlata con il numero di giornate di mercato, con la diffusione degli stalli di sosta a pagamento, con la litoraneità del comune e con il numero di arresti, querele e denunce. Tutte questa variabili dunque determinano la spesa standard assegnata per ogni comune. Per quelli più piccoli, con meno di 500 abitanti, la spesa standard sarà in media di 31,40 euro pro capite. In quelli maggiori, la cifra sarà di oltre 3 volte superiore: 95,56 euro pro capite di media.
La città che spende di più per il servizio si trova in provincia di Cosenza ed è Roseto Capo Spulico dove a fronte di una spesa standard di 44,08 euro per ogni agente (ricavata appunto da una serie di criteri come densità demografica e incidentalità) vengono spesi invece 828,39 euro pro capite (spesa storica). Spesa ingente rispetto allo standard indicato anche per Rocca Imperiale dove si investono 508,62 euro pro capite anziché 40,58. Ancora nel Cosentino troviamo Rogliano e San Fili, il primo è un comune di 5mila abitanti che arriva a stanziare per i servizi della municipale 104,83 euro pro capite, più del doppio stabilito (41,68), il secondo invece investe 349,36 euro al posto di 25,94 euro pro capite. A Catanzaro c’è un Comune che investe 7 volte di più rispetto a quanto indicato dalla spesa standard, è il piccolo centro di Gagliato che conta 429 abitanti e ha una spesa storica di 170,58 euro a fronte di quella standard di 24,95. Anche nel Reggino ci sono comuni che escono fuori dai parametri stabiliti per le attività finanziate della municipale, Condofuri con una spesa storica di 114,18 euro e una standard di 39,92 e Sant’Alessio d’Aspromonte che con i suoi 330 abitanti vanta una spesa storica di 103,14 invece di 16,31 euro. Nel Vibonese è Tropea la città che supera la spesa standard di 68,04 euro stanziando invece 92,06 euro per agente. A chiudere le fila dei comuni “spendaccioni” a Crotone è sempre un piccolo paese che ha una spesa storica di 72,01 euro a fronte dei 34 di quella standard. Nel report di Open Polis emergono anche quei centri dove le amministrazioni finanziano una spesa che rasenta lo zero o dove semplicemente non è stato possibile reperire alcun dato rispetto alla spesa storica del servizio. In provincia di Cosenza sono: Scigliano, Domanico, Nocara, Carpanzano, Malito, nel Reggino Bova, Laganadi, Calanna, Cosoleto, Ferruzzano, Portigliola, Staiti, Condofuri, Maierato, Agnana Calabra, Seminara, Santa Cristina d’Aspromonte, Scido, Casignana, a Catanzaro troviamo Centrache, Andali, Decollatura, Carlopoli, Petronà, Argusto Conflenti, Satriano e Cardinale che spende 0,70 euro, ancora nel Vibonese ci figurano Brognaturo, San Gregorio d’Ippona, Sant’Onofrio, Maierato, Filogaso, Mongiana, San Nicola da Crissa, e infine a Crotone il solo comune di Savelli.
Le città capoluogo e quelle più popolose in Calabria hanno in comune la tendenza a spendere meno di quanto previsto per le attività della polizia municipale. Tra le città capoluogo di provincia a stanziare meno è Crotone con 31,74 euro pro capite a fronte dei 43,36 stabiliti dalla spesa standard. Segue il capoluogo di regione Catanzaro con una spesa storica di 32,74 euro (al posto di 48,06), poi c’è Vibo con una spesa di 37,89 euro rispetto ai 43,45 previsti e per finire Reggio Calabria 48,19 a fronte di 54,87. Infine i due grandi centri di Lamezia Terme e Corigliano Calabro rimangono entrambe sotto la soglia della spesa standard stanziando rispettivamente per ogni agente della municipale 25,5 euro (al posto di 43,88) e 29 euro a fronte dei 42,82 previsti.
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