Come può Sergio Abramo, sindaco di Catanzaro, pensare di ottenere un incarico di governo nella Regione Calabria senza essersi candidato? È legittimo che tenti di raggiungere l’obiettivo potendo contare sulla complicità politica di Forza Italia oltre che del sindaco di Venezia, Brugnano, anche lui, al pari di Salvini, intenzionato a penetrare nel tessuto politico calabrese per realizzare un polo che possa far numero in un sistema sempre più politicamente condizionato dai sondaggi e sempre meno dalle politiche sociali.
Insomma Abramo vorrebbe continuare a vivere di politica così come ha fatto nei venti anni di sindacatura. Qualcuno gli consiglia, realisticamente, che forse sarebbe il caso che provasse a lavorare e lasciasse agli eletti alla Regione la possibilità di gestire la Calabria secondo il volere degli elettori. Considerazione, questa, che da un certo ceto politico viene considerata superata, dimenticando che siamo in Italia e non negli Stati Uniti d’America dove il sistema politico si basa su tre principi fondamentali: la repubblica, la democrazia rappresentativa e il federalismo. In Italia è tutt’altra storia. E ancora di più lo è per Catanzaro, da sempre “osteggiata” nei suoi diritti che determinano il processo evolutivo.
Domenica scorsa, per esempio, i cittadini catanzaresi hanno scoperto che esiste ancora il Corpo dei Vigili Urbani. Grazie ad una maratona, che si è sviluppata per le vie del centro storico per poi concludersi a Catanzaro Lido si è potuta constatare la presenza della polizia municipale a Catanzaro. È stato un bel vedere di cui si erano perdute le tracce, probabilmente a causa del progresso che ci ha abitua a vedere i Vigili solo e sempre sulle auto di servizio quando puntualmente al mattino si recano al “Comando” per poi riprendere la strada di ritorno col calare delle tenebre. Dei vecchi “quadretti” di quando si dirigeva il traffico a piedi, neppure a parlarne. Eppure ce ne sarebbe tanto bisogno. Capita di frequente che in qualsiasi ora del giorno e della notte il silenzio nelle ore di riposo venga squarciato dal rombo di motori lanciati ad alta velocità avendo la certezza di non essere bloccati e multati.
Parlare di democrazia, infatti, è anche questo. È svolgere la propria attività al servizio della collettività; di qui soggetti, cioè, che pagano una parte del loro stipendio per avere garantiti i servizi. E Catanzaro, è bene ammetterlo, viaggia proprio a rilento e necessita di un nuovo “tagliando” che solo una nuova e diversa amministrazione comunale può assicurare. Un compito che non grava per intero sulla responsabilità dei cittadini, ma soprattutto sui partiti politici che farebbero bene a candidare persone capaci di gestire la città garantendo il meglio dei servizi alla comunità. Riportare nell’“aula rossa” amministratori capaci, determinati a spendersi per il bene della comunità sarebbe il minimo edittale per Catanzaro che ha bisogno di prospettive di sviluppo che mirano al progresso della vita sociale. Si garantisce così anche lo sviluppo della città capoluogo della Calabria.
Catanzaro ha bisogno di un “tagliando” che solo una amministrazione comunale composta da persone competenti, può dare. Ed è un compito che attiene per intero alla responsabilità della cittadinanza quando esercita il diritto del voto. Mandare a Palazzo De Nobili persone capaci è come garantire il meglio per la città. Oltre ad un futuro a Catanzaro, servirebbe avere un presente.
*giornalista
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