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La decisione

Rinascita Scott, risarcimenti monstre per le parti civili

Una provvisionale di 900mila euro per la Presidenza del Consiglio dei ministri e il ministero dell’Interno, 750 mila euro per la Regione Calabria

Pubblicato il: 08/11/2021 – 20:27
di Alessia Truzzolillo
Rinascita Scott, risarcimenti monstre per le parti civili

CATANZARO Non solo una lunga raffica di condanne ma anche cifre monstre da risarcire per le parti civili. Anche questo dato, oltre alle 70 pene dai 20 anni ai 10 mesi, pesa sulla bilancia della sentenza d’abbreviato emessa dal gup Claudio Paris nell’ambito del maxiprocesso “Rinascita-Scott”. Il risarcimento del danno verrà stabilito in sede civile ma il gup ha imposto provvisionali (ossia somme di denaro liquidate dal giudice come anticipo sull’importo integrale) da centinaia di migliaia di euro.
Gli imputati condannati per il reato di associazione mafiosa e per i capi di imputazione aggravati ma metodo mafioso sono stati condannati a risarcire la Presidenza del Consiglio dei ministri, il ministeri dell’Interno e il commissario straordinario per il coordinamento delle iniziative antiracket e antiusura. La provvisionale è stata quantificata in 900mila euro.
Provvisionale pesante anche per per gli imputati condannati a pagare la Regione Calabria per la quale è stata posta una provvisionale di 750mila euro.
Duecentomila euro è la provvisionale imposta per la Provincia di Vibo Valentia.
Stessa cifra, 200mila euro, è stata stabilita per risarcire (a titolo provvisionale) per il Comune di Vibo Valentia.
Sono stati numerosi i Comuni della Provincia di Vibo che si sono costituiti parte civile e ai quali è stato destinato un risarcimento di 150mila euro: Filandari, Filogaso, Ionadi, Limbadi, Maierato, Mileto, Nicotera, Pizzo, Ricadi, San Costantino, San Gregorio D’Ippona, Sant’Onofrio, Stefanaconi, Zungri.
Alla vittima di estorsione Vania Lekov Danova, costituita parte civile, va un risarcimento di 50mila euro. Secondo l’accusa la Danova e il compagno sarebbero stati più volte costretti a consegnare assegni – che poi le vittime non riuscivano a coprire – contanti e beni «allo scopo di far fronte alla restituzione dell’intera somma asseritamente dovuta quale corrispettivo di una partita di droga non pagata». Per questo reato è stato condannato, nel rito abbreviato, Luca Belsito.
Gli imputati Gaetano Antonio Cannatà (pena di 3 anni e 8 mesi), Giovanni Claudio D’Andrea (pena di 12 anni e 8 mesi) e Pasquale D’Andrea (4 anni e 4 msi) sono stati condannati a risarcire il testimone di giustizia Giuseppe Sergio Baroni per una cifra che il gup ha liquidato in 25mila euro. Secondo l’accusa Cannatà e Pasquale D’Andrea (in concorso con altre persone imputate nel processo con rito ordinario) avrebbero erogavato prestiti di danaro, in maniera stabile, ad un numero indeterminato di persone tra le quali Sergio Baroni il quale è considerato vittima d’usura da parte Gaetano Antonio Cannatà e Goivanni Claudio D’Andrea. Per gli stessi reati i tre imputati sono condannati a risarcire la fondazione nazionale “Interesse Uomo/Onlus” per una cifra liquidata in 5000 euro.
Trentamila euro è la cifra riconosciuta per il risarcimento del danno all’associazione Antiracket e antiusura della Provincia di Vibo Valentia.
Il gup ha inoltre condannato Giuseppe Lopreiato (pena comminata di 14 anni e 8 mesi di reclusione) a risarcire per una cifra di 300mila euro il Credito cooperativo di San Calogero e Maierato Bcc del Vibonese. Stando al capo di imputazione, Lopreiato in concorso con altri imputati nel rito ordinario, il 20 maggio 2016 ha compiuto una rapina all’interno della banca che si trova nella frazione di San Nicolò di Ricadi. Nei confronti di impiegati e clienti sono state puntate una pistola e un taglierino ed è stato preso in ostaggio il direttore della filiale immobilizzandogli le gambe e le braccia con del nastro adesivo e rinchiudendolo in una stanza. Il bottino della rapina avrebbe fruttato 220mila euro.
Domenico Macrì (20 anni di reclusione) e Michele Pugliese Carchedi (14 anni e 8 mesi) sono stati condannati a risarcire la Coper.Po.Lo Edile per la cifra di 10mila euro. Nei confronti della ditta gli imputati avrebbero tentato una estorsione utilizzando il metodo mafioso consistito nell’esplodere dei colpi di arma da fuoco contro un autocarro che si trovava parcheggiato davanti alla sede dell’impresa a Vibo Valentia.
Michele Manco (12 anni di reclusione) e Rossana Morgese (3 anni e 4 mesi di reclusione) sono stati condannati a risarcire la Eurospin Sicilia con una cifra liquidata dal gup in 50mila euro. Il supermercato è stato riconosciuto vittima di estorsione da parte dei due imputati e di altri imputati nel processo con rito ordinario. Secondo l’accusa l’estorsione consisteva nel costringere il socio (al 51%) ed amministratore unico della Calfood srl, Vincenzo Renda (tra l’altro imputato assolto nel processo con rito abbreviato) e Agostino Crudele, procuratore speciale dei soci (al 49%), all’assunzione di sodali e di soggetti legati ad esponenti della ‘ndrangheta di Vibo Valentia.
Gianluigi Cavallaro (5 anni di reclusione) è stato condannato a risarcire la parte civile Luigi Furci considerata vittima di lesioni personali al cranio ed al volto con la cifra di 15mila euro. Resta l’aggressione che, secondo l’accusa, sarebbe avvenuta in seguito a una estorsione (la consegna di alcuni beni immobili) dalla quale Cavallaro è stato assolto.
Pasquale Gallone (20 anni di reclusione) è stato condannato a risarcire con 30mila euro Antonio Lopez y Royo, imprenditore (legale rappresentante ed amministratore della società Lo Schiavo Catering srl) riconosciuto vittima di estorsione e tentata estorsione. La giustificazione dell’estorsione risiedeva nel fatto, secondo l’accusa, che l’attività commerciale si trovava in un territorio sottoposto al controllo dei Mancuso. Gallone è infatti considerato il braccio destro del boss Luigi Mancuso. (a.truzzolillo@corrierecal.it)

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