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Realpolitik, equilibri nazionali e accordi con i leader del centrodestra, così è nata la giunta Occhiuto

L’analisi politica delle scelte che hanno portato il presidente al varo del suo esecutivo: per Lega e Fratelli d’Italia più postazioni di quante previste inizialmente

Pubblicato il: 09/11/2021 – 15:28
Realpolitik, equilibri nazionali e accordi con i leader del centrodestra, così è nata la giunta Occhiuto

CATANZARO “Realpolitik”, abbinata a una rapidità di esecuzione che non guasta, attenzione massima alle dinamiche nazionali del centrodestra e ai buoni uffici con i leader nazionali della coalizione, riequilibrio territoriale rispetto all’esito del voto. Al netto e in attesa della scelta dell’assessore super tecnico e super esperto che a giorni dovrebbe rivelarsi come un Messia, la nascita della giunta Occhiuto presenta già alcune chiavi di lettura interessanti.
Il dato di fondo è quello di una evidente preponderanza della matrice politica dell’esecutivo, perché anche i quattro dei sei assessori esterni – Giusy Princi, Rosario Varì, Tilde Minasi, Filippo Pietropaolo – sono chiaramente riconducibili ai tre maggiori partiti della coalizione: secondo i più attenti analisti, Princi e Varì sono di area Forza Italia, sono riconducibili ai due principali “dioscuri” di Occhiuto, rispettivamente il deputato e responsabile nazionale per il Sud di Forza Italia Francesco Cannizzaro e il senatore e coordinatore regionale azzurro Giuseppe Mangialavori, mentre la Minasi e Pietropaolo sono due big rispettivamente della Lega e di Fratelli d’Italia, tra l’altro due capigruppo uscenti, non eletti il 3 e 4 ottobre.
La novità in linea generale è rappresentata dal fatto che la composizione della Giunta regionale da parte di Occhiuto arriva al fondo di una rivisitazione in corso d’opera dell’accordo politico sancito prima delle elezioni, sostituito da un nuovo accordo suggellato da Occhiuto sullo scacchiere a lui più consono e congeniale, quello romano, con l’interlocuzione diretta sia con Matteo Salvini che con Giorgia Meloni. Venuto meno il totem della vicepresidenza leghista in capo al sempre più debole Nino Spirlì, e alla luce anche di un forte pressing di Fratelli d’Italia in cerca di maggiore spazio, negli ultimi giorni gli assetti della coalizione infatti si sono completamente modificati rispetto alla configurazione prelettorale, con il risultato – politicamente molto significativo – che a differenza di un anno e mezzo, fa Lega e Fratelli d’Italia, sia pure in calo di consensi, hanno ottenuto di più: la Lega un assessorato e la presidenza del Consiglio regionale e Fratelli d’Italia due assessorati (con la governatrice Jole Santelli, che spiazzò la coalizione con le prime due scelte “fuori dai binari”, Capitano Ultimo Sergio De Caprio e Sandra Savaglio, salviniani e meloniani si dovettero accontentare di un assessore a testa). Un quadro e una quadratura del cerchio frutto sicuramente del pragmatismo politico di Occhiuto, che con questa mossa ha rafforzato l’ossatura del centrodestra poggiandola su solide basi romane e sui pilastri più consolidati dello schieramento: Forza Italia, comunque sempre “asso pigliatutto” in Calabria, Lega e Fratelli d’Italia. Certo su questo altare sono stati sacrificati i partiti minori, come l’Udc e soprattutto Coraggio Italia a cui probabilmente non hanno giovato lo scisma da Forza Italia e la massiccia “campagna acquisti” prelettorale soprattutto ai danni dei forzisti, ma per accontentatare tutti e far quadrare i conti dell’intero centrodestra (anche di Forza Azzurri) ci sono a disposizione ancora almeno 8-9 postazioni (due nell’Ufficio di presidenza del Consiglio regionale e 6-7 presidenze di Commissione) e un bel po’ di poltrone nella sempre sterminata galassia degli enti para e sub regionali che costellano la Cittadella. E per far quadrare i conti anche sul piano della distribuzione territoriale, ora più equilibrata rispetto al quadro che avevano consegnato le Regionali: uscita malconcia dal voto del 3 e 4 ottobre, Catanzaro recupera parzialmente con l’innesto in Giunta di Pietropaolo e recupererà qualcosa in più con la presidenza del Consiglio regionale in quota Lega, ruolo al quale è destinato il riconfermato consigliere regionale Filippo Mancuso. (ant. cant.)

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