CATANZARO La Regione Calabria, secondo indiscrezioni trapelate a margine della riunione di oggi, si è costituita parte civile nei confronti dell’ex capogruppo di Forza Italia, Claudio Parente, e di alcuni dirigenti di Calabria Verde, coinvolti in una vicenda giudiziaria per peculato. Lo decisione della giunta Occhiuto è giunta nel corso della prima seduta, che si è tenuta venerdì mattina alla Cittadella.
Il primo procedimento, quello aperto contro Parente dalla Procura di Catanzaro, è approdato allo step della richiesta di rinvio a giudizio. Di recente, la Corte di Cassazione ha annullato senza rinvio l’Ordinanza con cui il Tribunale del Riesame di Catanzaro aveva confermato nei confronti dell’ex consigliere regionale Claudio Parente il sequestro della somma di 37mila euro, cioè l’equivalente di quanto percepito da due componenti della struttura consiliare i cui contratti, secondo la tesi accusatoria, sarebbero stati conferiti in modo strumentale trattandosi di persone vicine ai consiglieri comunali Pisano e Gironda che, a loro volta, in cambio, avrebbero dato sostegno all’approvazione di una delibera del Consiglio Comunale di Catanzaro a favore dell’Associazione Interregionale Vivere Insieme di cui Parente è stato presidente sino all’anno 2010. Per i giudici – così hanno ricordato i legali dell’ex consigliere regionale, Francesco Gambardella e Giacomo Maletta – «le prestazioni lavorative delle due persone, collegate ai consiglieri comunali che avevano votato la delibera, erano state regolarmente assolte e le stesse avevano i titoli (laurea in giurisprudenza e in scienze politiche) per essere proposte agli Uffici del Consiglio regionale».
x
x