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Sanità, al terzo piano della Cittadella è l’ora degli addii: si profila la nuova governance

Dopo la nomina di Occhiuto e la rimozione di Longo lasciano Pellicanò e Ametta. In settimana possibile indicazione dei sub (Bortoletti in pole)

Pubblicato il: 12/11/2021 – 19:16
Sanità, al terzo piano della Cittadella è l’ora degli addii: si profila la nuova governance

CATANZARO Ancora stamattina in tanti hanno visto il prefetto Guido Longo aggirarsi tra i corridoi del Palazzo della Regione: «È qui per il disbrigo di alcune pratiche correnti e per le ultime consegne», si affrettano a spiegare al Dipartimento Tutela della Salute. Tra scatoloni pieni di scartoffie e oggetti personali e trolley che si riempiono, sono ore particolarmente frenetiche al terzo piano della Cittadella, che nel giro di qualche giorno cambierà decisamente volti e protagonisti con l’avvicendamento nell’Ufficio del commissario ad acta della sanità calabrese.
La nomina del governatore Roberto Occhiuto a commissario infatti ha determinato l’automatica rimozione – da alcuni addetti ai lavori definito vero e proprio licenziamento “in tronco” – di Longo e ha reso di fatto impossibile la permanenza dei due subcommissari che affiancavano il prefetto, Angelo Pellicanò, manager siciliano ritenuto molto vicino allo stesso Longo, e Michele Ametta, dirigente del Mef. E infatti – secondo quanto risulta da fonti della Regione – non senza code velenose Pellicanò ieri avrebbe ufficialmente protocollato le sue dimissioni mentre Ametta dovrebbe formalizzarle nelle prossime ore, anticipandole – si dice – con una serie di note interne piuttosto polemiche, anche rispetto al clima per nulla collaborativo che avrebbe trovato nel Dipartimento.
Un Dipartimento destinato a essere rivoluzionato nelle prossime settimane se le intenzioni del neo commissario Occhiuto dovessero concretizzarsi: il governatore ha infatti proposto un emendamento che possa consentire di distaccare alla Regione manager esterni dislocati nelle aziende sanitarie. È dunque una fase di ricambio piuttosto turbolenta quella che si starebbe configurando ai vertici della sanità calabrese, dopo la decisione del Cdm di chiudere con la parentesi della gestione straordinaria affidata a figure esterne alla Calabria e a figure non politiche.
Il pressing di Occhiuto del resto ha trovato subito riscontro in sede governativa, che ha risposto con una velocità che nessuno si aspettava. È anche vero che la gestione Longo, durata poco meno di un anno, non ha particolarmente brillato per incisività e profondità di azione: il prefetto peraltro si è subito chiuso a riccio, stringendo una collaborazione con l’allora governatore reggente Nino Spirlì che probabilmente non gli ha giovato nelle valutazioni dei ministeri affiancanti (Salute e Finanze) e del livello centrale, e poi caratterizzandosi per una certa lentezza nella decretazione. Qualcosa di positivo c’è pure, come il pugno duro che Longo ha usato nei confronti dei bilanci “groviera” di quasi tutte le aziende sanitarie e ospedaliere, al punto da bocciarne una quindicina. A parte questo, però, poco altro.
L’ultimo decreto di cui si ha notizia è datato 4 novembre, lo stesso giorno della sua destituzione da parte del Cdm: la presa d’atto di una delibera dell’Asp di Cosenza sull’accreditamento di una struttura sanitaria privata. Il decreto di congedo per Longo, Pellicanò e Ametta, alla vigilia di una settimana che potrebbe riservare altre novità: secondo quanto si apprende sempre da fonti della Regione infatti Occhiuto, per come del resto ha annunciato pochi minuti dopo la sua nomina a commissario, dovrebbe proporre a giorni al governo i nomi dei futuri sub commissari, che potrebbero essere indicati in sede di Cdm già entro il prossimo week end. Tra i tanti papabili circola soprattutto il nome di Maurizio Bortoletti, alto ufficiale dei carabinieri, noto per aver risanato i conti di una delle aziende sanitarie più “canaglia” d’Italia, quella di Salerno. (a. c.)

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