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Falcomatà: «Il museo del Mediterraneo può diventare la fotografia di ciò che il Pnrr può essere»

La sfida del piano su “Il Foglio” secondo cui Reggio Calabria è l’esempio perfetto di quali sono i veri rischi

Pubblicato il: 13/11/2021 – 18:16
Falcomatà: «Il museo del Mediterraneo può diventare la fotografia di ciò che il Pnrr può essere»

La prima vera sfida del Piano nazionale di ripresa e resilienza è rappresentato dal Museo del Mediterraneo firmato Zaha Hadid a Reggio Calabria.
In un articolo pubblicato su Il Foglio di questa mattina, il sindaco di Reggio, Giuseppe Falcomatà, dichiara che l’opera «può diventare la fotografia di ciò che il Piano può essere ma anche di ciò che potremo non essere».
«Mandiamoli tutti a Reggio Calabria. Se non si vuole perdere l’occasione Pnrr (e non si vuole) – attacca l’articolo de Il Foglio – se come ha garantito Mario Draghi nessuna amministrazione verrà lasciata sola, e che ben mille esperti arriveranno in loro soccorso, si cominci da questa città. È guidata da un sindaco del Pd, un sindaco appassionato. È Giuseppe Falcomatà e ha 53 milioni di euro da spendere. Sono risorse del Recovery e servono a costruire un museo che potrebbe fare epoca come il Guggenheim di Bilbao. È il museo del Mediterraneo, un progetto che è stato inserito dal governo tra i 14 interventi strategici perché “grandi attrattori culturali”».
Il museo ha la forma di una stella marina ed è stato disegnato nel 2006 da Zaha Hadid, la “regina delle curve”, l’architetta irachena, la madre del Maxxi di Roma e del New Port Building di Anversa.
«Rischio di non potere giocare questa partita – dichiara Falcomatà al giornale fondato da Giuliano Ferrara e diretto da Claudio Cerasa –. Mi serve personale esclusivamente dedicato a un progetto di questa dimensione. Mi mancano ingegneri, architetti, project manager, general contractor».
Il progetto è del 2006 ed andrà aggiornato. «Serve un computo metrico aggiuntivo. È chiaramente necessario rivedere il progetto tenendo conto dei prezzi dei materiali che nel tempo sono mutati», dice ancora il primo cittadino di Reggio Calabria che poi sottolinea come il comune abbia 800 dipendenti su una pianta organica di 1600. Il Pnrr offre la possibilità di assumere figure specifiche, ma non bastano. «Perché – spiega Falcomatà – i migliori ingegneri dovrebbero accettare incarichi da 1.400 euro e a tempo determinato? Anche qui c’è chi ha detto no. Stiamo registrando rifiuti. Gli uffici tecnici dei comuni, e in particolar modo quelli meridionali sono macchine logore e logorate. Credetemi. Realizzare questo museo sarà alla fine più facile che gestirlo».
Una volta costruito – si legge infine nell’articolo – bisognerà riempirlo: una collezione permanente, un acquario, sale conferenze, ristoranti. Lo faranno gli 800 dipendenti di Reggio Calabria? «Ecco perché si dovrà aprire ai privati», chiosa Falcomatà.

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