CATANZARO «Negligenza» da parte dell’allora presidente facente funzioni della Regione Nino Spirlì, che «non ha più seguito la pratica». In una dichiarazione rilasciata in esclusiva al “Corriere della Calabria”, il presidente della Provincia e sindaco di Catanzaro, Sergio Abramo, addebita precise responsabilità nella vicenda che ha portato alla “scalata” dei privati alla Sacal, la società di gestione degli aeroporti calabresi. All’indomani della denuncia del governatore Roberto Occhiuto, Abramo ricostruisce i passaggi che l’hanno visto protagonista diretto, a partire da un vertice alla Regione nel quale era stato espressamente paventato il rischio di una parte pubblica messa all’angolo nella partecipazione azionaria in Sacal. «A non aver ricapitalizzato – puntualizza anzitutto il presidente della Provincia e sindaco di Catanzaro – siamo stati la Provincia, Comune di Catanzaro e Comune di Lamezia Terme. Siamo stati un po’ tutti gli enti pubblici a non averlo fatto. Ma lo avevamo già detto in assemblea. La causa è la mancanza delle necessarie risorse economiche da parte di alcune amministrazioni, tra cui la Provincia di Catanzaro, ma anche a causa di una legislazione nazionale che non permette di ricapitalizzare e addirittura ci impone di dismettere le quote in partecipazioni societarie che non sono più strategiche per un ente». Abramo poi chiarisce ulteriormente: «Questa situazione era nota a tutti, tanto è vero che, oltre a dirlo in assemblea, ho voluto un incontro con l’allora governatore Spirlì, al quale ho chiesto la convocazione di una riunione con i capigruppo di maggioranza e di opposizione alla Regione. In questa riunione, alla quale erano presenti anche l’allora consigliere regionale Filippo Pietropaolo, Confindustria e Camera di Commercio, abbiamo chiaramente detto che non avremmo potuto ricapitalizzare e che la Regione, oltre a ricapitalizzare, si sarebbe dovuta impegnare ad acquisire le altre quote degli altri enti, avvertendo poi la Regione dei rischi se non avesse proceduto in questa direzione. Poi l’iter non l’ho più seguito. La responsabilità era in capo al presidente Spirlì». Per Abramo inoltre «Roberto Occhiuto non dice le cose se non è sicuro, stiamo parlando di un presidente che ha molta competenza anche dal punto di vista amministrativo. Quello che posso dire io – aggiunge parlando con il “Corriere della Calabria” – è che una ricapitalizzazione è stata approvata in Consiglio regionale, ma lo stesso Pietropaolo disse, in quella seduta del Consiglio, di fare attenzione perché subito dopo si sarebbe dovuto mettere in campo tutto l’iter procedurale affinché le azioni inoptate degli altri enti fossero acquisite dalla Regione». «La Regione – ribadisce il presidente della Provincia e sindaco di Catanzaro – avrebbe dovuto fare dei passaggi ma secondo me il presidente facente funzioni Spirlì non ha più seguito la pratica: era un problema che doveva risolvere lui e non lo ha fatto. Noi abbiamo più volte avvisato dei rischi: i privati infatti non possono prendere il 51% perché altrimenti non arriva più alcun finanziamento all’aeroporto di Lamezia Terme. Ricordo che, attraverso la Regione, abbiamo un finanziamento di 25 milioni dall’Europa, un finanziamento che ovviamente non si può dare a un privato». Lapidaria la conclusione di Abramo: in tutta questa vicenda Sacal «insomma, c’è stata negligenza».
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