LAMEZIA TERME Giacché, di solito, i guai si manifestano tutti insieme, alla «strana privatizzazione» della Sacal denunciata dal governatore Roberto Occhiuto e da Enac si accompagna un’altra tegola. Che non avrà conseguenze politiche e giudiziarie ma segnala una crisi. Nei giorni scorsi la società che gestisce gli scali calabresi ha pubblicato online il bilancio consolidato al 31 dicembre 2020. E il documento contabile evidenzia una perdita di esercizio di gruppo pari a 8,5 milioni di euro; anche la controllata Sacal Gh (che si occupa dell’handling) è in perdita per 1,1 milioni. Conseguenza della crisi Covid, senz’altro, che ha abbattuto le performance registrate dagli aeroporti calabresi nel 2019 (+10% e +23% in termini di passeggeri e movimenti rispetto al 2018). La pandemia ha determinato una crisi dell’intero settore del trasporto aereo. Complessivamente nel 2020 il Sistema aeroportuale calabrese ha trasportato circa 1,12 milioni di passeggeri, registrando un calo del 68,8% nella componente passeggeri, del -51,2% nella componente movimenti e, in controtendenza la componente cargo con un incremento della posta rispetto al 2019.
Il quadro è complicato e per gestirlo il management di Sacal inserisce una previsione che rinvia alle parole con le quali Roberto Occhiuto ha accompagnato l’annuncio di approfondimenti sugli «strani accordi» che, a suo dire, avrebbero portato alla privatizzazione della società. Il governatore ha spiegato che non tollererà che gli enti pubblici siano trattati come semplici «datori di risorse» nella nuova compagine. Questo perché «sono quelli che fanno ottenere, attraverso le loro partnership, le risorse alle società di gestione». A questo proposito, il documento di bilancio spiega – il riferimento è al comparto in generale ma ovviamente gli aeroporti calabresi non fanno storia a sé – che «occorrerà definire una strategia per garantire la ripartenza del settore attraverso una poderosa attività di sostegno pubblico, finalizzata innanzitutto a garantire la copertura di tutti gli oneri sostenuti dai gestori aeroportuali in relazione all’emergenza Covid-19 per l’apertura degli scali e per l’offerta del servizio pubblico di trasporto aereo, nonché a coprire gli ulteriori costi che dovranno essere sostenuti per l’adeguamento ai nuovi protocolli sanitari e, in prospettiva, ad incentivare la ripresa dell’attività volativa e della propensione al viaggio». L’operazione che ha portato la maggioranza delle quote in mano ai privati arriva, dunque, alla vigilia di una massiccia iniezione di denaro pubblico, necessaria per garantire la ripartenza dopo un anno e mezzo di pandemia. È anche sulla gestione di questi aiuti indispensabili che si gioca la partita: milioni stanziati dalle istituzioni sui quali le istituzioni locali non potranno fare la voce grossa, vista l’esiguità delle quote detenute.
E che buona parte del sostegno si fondi già su risorse pubbliche lo conferma il passaggio in cui «nonostante il Gruppo abbia realizzato una perdita d’esercizio pari a Euro 8.535.344» gli amministratori «hanno ritenuto appropriato il presupposto della continuità aziendale per la redazione del bilancio d’esercizio». I supporti finanziari sui quali si regge, al momento, Sacal, sono: «un finanziamento bancario di 500mila euro concesso dalla Banca di Credito Cooperativo Montepaone – Gruppo Bancario Cooperativo Iccrea, in data 19 maggio 2021»; il «contributo una tantum di 5 milioni di euro a sostegno della Società di Gestione Aeroportuale Calabrese a seguito della deliberazione della Giunta Regionale n. 447 del 09 dicembre 2020»; il «Fondo con una dotazione di euro 500 milioni, istituito con la legge di Bilancio 2021, destinato alla compensazione : a) nel limite di 450 milioni di euro dei danni subiti dai gestori aeroportuali in possesso del prescritto certificato in corso di validità rilasciato dall’Ente Nazionale dell’Aviazione Civile; b) nel limite di 50 milioni di euro, dei danni subiti dai prestatori di servizi aeroportuali di assistenza a terra in possesso del prescritto certificato in corso di validità rilasciato dall’Ente Nazionale dell’Aviazione Civile». E poi l’incremento delle risorse destinate al fondo di compensazione dei danni Covid istituito dalla Legge di Bilancio 2021, la cui dotazione complessiva passa da 500 a 800 milioni di euro, di cui 735 milioni destinati ai gestori aeroportuali e 65 milioni ai prestatori di servizi di assistenza a terra e per ultimo l’aumento del Capitale Sociale a pagamento, scindibile e progressivo di 10.000.331 euro mediante l’emissione di 19.343 azioni ordinarie, deliberato dall’Assemblea dei soci del 2 luglio 2021». Fondamenta ritenute solide, che poggiano quasi per intero su ingenti finanziamenti stanziati a livello nazionale per fronteggiare la crisi pandemica. Risorse pubbliche, gestore (almeno in Calabria) a maggioranza privata.
Ecco i numeri della crisi. Nel 2020 sono transitati nell’aeroporto di Lamezia Terme 961.177 passeggeri di aviazione commerciale registrando un calo del 67.7% rispetto al 2019 (con una riduzione di circa 1,4 milioni di passeggeri) a fronte di una riduzione dei movimenti commerciali del 44,2%. Milano Malpensa è stata la destinazione domestica più richiesta con 251.690 passeggeri (-65,5%) seguita da Roma Fiumicino con 134.936 passeggeri e Bergamo con 127.525. Tra le destinazioni internazionali è Londra Stansted ad aver registrato il maggior numero di passeggeri, 19.366 in calo rispetto al 2019 del 67%.
L’Aeroporto “Tito Minniti” di Reggio Calabria, da parte sua, aveva già registrato una sensibile riduzione del traffico passeggeri nel primo bimestre del 2020 (-35%) a causa della ridotta operatività di Alitalia, ad oggi anche l’unico vettore che serve lo scalo con un collegamento giornaliero con Roma e Milano Linate. Nel 2020 il calo è stato del 70,4%.
Stesso trend per l’aeroporto di Crotone, che ha fatto registrare un calo del 68% del traffico passeggeri pari a circa 116.000 unità e una riduzione del 52% in termini di movimenti (-550).
Il Bilancio punta i fari anche sui progetti. E mette nero su bianco, stando all’aeroporto di Lamezia, la «volontà di non proseguire l’iter progettuale avviato nel lontano 2008, che prevedeva la realizzazione di un primo lotto della nuova aerostazione (d’importo pari a 51 milioni di euro) affiancato al terminal esistente». In seguito a questa scelta, il cda di Sacal «ha successivamente scartato anche il concept design che prevedeva una serie di interventi a breve termine del valore di circa 10 milioni»: non accoglieva il parere positivo di Enac e «risultava troppo restrittiva rispetto alle esigenze dell’aeroporto, che nel 2019 aveva accolto quasi 3 milioni di passeggeri, in spazi decisamente insufficienti». Ora Sacal punterà su una «nuova idea progettuale, che prevede la riconversione del terminal merci in aerostazione passeggeri, previa riallocazione delle attività presenti in altri manufatti aeroportuali».
A Reggio Calabria, invece, è stato affidato un finanziamento di 25 milioni di euro. Nella convenzione sono stati inseriti nove interventi, buona parte dei quali «mirano al miglioramento degli aspetti di sicurezza e sono finanziati al 100% dallo Stato». Altri lavori di ristrutturazione del terminal e delle infrastrutture di volo «sono finanziati al 75% con fondi pubblici (Sacal copre il rimanente 25%)». Sono in corso le progettazioni e la realizzazione è prevista entro il 2025.
Le risorse investite a Crotone, invece, riguardano «interventi atti a migliorare le misure di contrasto alle interferenze illecite e la sicurezza del traffico aereo». Il progetto di fattibilità tecnico-economica è stato presentato nel 2019 alla Regione Calabria e a Enac, ricevendo l’approvazione nel 2020. «L’investimento previsto è di circa 4,4 milioni e dovrebbe essere totalmente coperto con fondi già disponibili presso la Regione Calabria. Dopo una lunga interlocuzione con Sacal, la Regione Calabria ha notificato la proposta di finanziamento (100%) alla Commissione Europea, che sta valutando l’ammissibilità della proposta».
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