CATANZARO «Non mi meraviglia affatto il danno provocato dal presidente facente funzioni, Nino Spirlì, in merito alla vicenda Sacal; il mio giudizio su di lui è ben noto a tutti. La mancata ricapitalizzazione della Sacal da parte del Comune di Catanzaro è stato un grave errore che purtroppo, associata all’analoga decisione adottata da altri Enti (come la Provincia), ha spalancato la strada alla privatizzazione della società». Mimmo Tallini, ex consigliere comunale di Catanzaro ed ex consigliere regionale, analizza il terremoto che ha colpito la società di gestione degli scali calabresi, privatizzata nel giro di qualche mese per via di un aumento di capitale che ha aperto – complice il disinteresse dei soci pubblici – alla scalata di Lamezia Sviluppo, società della famiglia Caruso. Il politico di Forza Italia punta il dito sulle responsabilità del Comune di Catanzaro, il cui sindaco Sergio Abramo ha scaricato le colpe su Spirlì in una dichiarazione rilasciata al Corriere della Calabria.
«Fin quando – scrive Tallini – sono stato in Consiglio Comunale (nel 2017 ho autonomamente deciso di non candidarmi) ho sempre impedito che passasse la logica dell’uscita della Sacal. Più volte è stata proposta e più volte ho contribuito a respingerla. Non ho mai accettato l’impostazione “ragioneristica” che non considerava strategico l’aeroporto, anche perché – a mio modesto parere – la legge non impone l’uscita degli Enti locali dalle aziende che erogano il servizio di trasporto, anche quando queste sono in perdita. Altrimenti, avremmo dovuto non ricapitalizzare – come è accaduto più volte – l’Amc».
Tallini, che dunque evidenzia come Palazzo de Nobili abbia pensato più volte di sfilarsi dalla gestione dell’aeroporto di Lamezia Terme, si dice dispiaciuto «che nel Consiglio Comunale, tranne qualche eccezione (e devo riconoscere in questo una certa coerenza all’ex consigliere Fiorita), non si siano alzate voci contrarie alla dismissione di fatto delle quote. Ci si è appiattiti sulla logica “ragioneristica”, senza valutare i danni irreparabili che ne sarebbero derivati alla collettività».
«Ora – conclude – non riesco sinceramente a capire cosa potrà succedere e se sarà possibile evitare che l’aeroporto internazionale di Lamezia Terme, vanto della Calabria, possa essere gestito e controllato solo dalla parte privata. Posso solo augurarmi che la Regione eserciti con forza il suo ruolo e che il Governo intervenga, a salvaguardia degli interessi della Calabria e dei suoi cittadini, tutelando il carattere pubblico di questa fondamentale infrastruttura».
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