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La leadership di Occhiuto e la golden share di Forza Italia nel centrodestra che non mostra sbavature

L’analisi della seduta del Consiglio regionale: maggioranza compatta ma gli azzurri sono “asso pigliatutto”. In arrivo comunque altre prove difficili. Mentre il centrosinistra si spacca sempre di più

Pubblicato il: 15/11/2021 – 18:44
La leadership di Occhiuto e la golden share di Forza Italia nel centrodestra che non mostra sbavature

REGGIO CALABRIA La conferma della leadership di Roberto Occhiuto e Forza Italia sempre più “asso pigliatutto”. A dispetto delle previsioni, e del fatto che comunque all’interno della coalizione non mancano malumori e malpancisti, il primo Consiglio regionale della dodicesima legislatura registra la compattezza della maggioranza di centrodestra, che non mostra sbavature nel voto della presidenza di Palazzo Campanella nonostante le trattative per le cariche dell’Ufficio di presidenza non siano state una passeggiata. Segno – rileva più di un analista politico – della capacità del governatore Occhiuto, già protagonista in queste prime settimane alla guida della Cittadella di scelte e decisioni improntate al pragmatismo e alla realpolitik, di avere il controllo dello schieramento di centrodestra. Non era scontato, alla luce delle fibrillazioni che nelle ultime 48 ore erano emerse nelle tante riunioni tra gli alleati, con i partiti minori a rivendicare quegli spazi negati nel varo della Giunta e con il pressing di Lega e Fratelli d’Italia, che sotto sotto puntavano a ottenere ancora qualcosa in più rispetto a quanto già avuto. Il rientro di Occhiuto dalla Sicilia per presiedere tavolo delle trattative – a quanto si è appreso – avrebbe smussato parecchie spigolature.

La golden share di Forza Italia

Ma gli osservatori politici evidenziano un altro aspetto: la sortita siciliana di Occhiuto, che da Trapani ha fatto presente che avrebbe vinto anche senza Lega e Fratelli d’Italia, potrebbe essere stata ispirata proprio dalla necessità di inviare un preciso messaggio ai “naviganti” e di rimarcare una sorta di supremazia dei forzisti nella coalizione. Del resto, alla luce dell’esito voto del 3 e 4 ottobre Forza Italia ha la golden share della maggioranza, e questa golden share l’ha utilizzata in pieno per portarsi a casa anche la vicepresidenza del Consiglio regionale nella figura di Pierluigi Caputo, consigliere regionale di Forza Azzurri che è la propaggine di Forza Italia. «Sembra un monocolore», dice una fonte del centrodestra che preferisce mantenere l’anonimato, ma la fotografia è in effetti questa. Così come la seduta d’esordio del Consiglio regionale certifica un centrodestra (al momento) granitico, soprattutto se si pensa a cosa accadde agli albori dell’era Santelli, quando il presidente del Consiglio dell’epoca – Mimmo Tallini – uscì solo alla terza votazione, al fondo di sfiancanti e durissime trattative nella maggioranza (e il centrodestra nemmeno risolse i suoi problemi, dovendo inventarsi una nuova commissione per aumentare i posti a disposizione dei delusi e arrivando a spaccarsi pericolosamente qualche settimana dopo nella scelta dei presidenti di commissione). Stavolta invece tutto è filato liscio, in pochi minuti, alla prima votazione. Ovviamente ora si tratterà di capire cosa succederà, perché comunque più di un malcontento nel centrodestra c’è, e non sembra limitato al solo Udc ma interno ai vari partiti della coalizione: Un po’ di conti: per quanto riguarda gli eletti, al momento sono “dentro” in cinque (due assessori e i tre dell’Ufficio di presidenza del Consiglio regionale), da piazzare ci sono sette presidenze di commissione (ammesso che la Vigilanza finisca alle opposizioni, altrimenti sono 8) e sei postazioni da capogruppo, insomma almeno 3 consiglieri rischiano di non trovare collocazione da nessuna parte. Sarà questo il tema delle future trattative nel centrodestra. Per intanto, si conferma la capacità del centrodestra di “lavare i panni sporchi in famiglia” e di essere e mostrarsi unito quando è davvero necessario essere e mostrarsi unito.

Le opposizioni sempre più divise

Ma la seduta del Consiglio regionale consegna anche l’en plein del Pd, che prende le tutte e due le postazioni dell’Ufficio di presidenza in quota opposizione. In tutta evidenza, regge (almeno per ora) l’intesa con il Movimento 5 Stelle, al quale dovrebbe andare la Vigilanza (ammesso – e non concesso – che la maggioranza la lasci libera), intesa benedetta e forse imposta da Roma. Per il Pd un sospiro di sollievo, anche perché la quadra ha permesso di equilibrare gli assetti correntizi interni e di indicare Nicola Irto come capogruppo, e questo è un segnale politico importante anche in un’ottica congressuale. I conti sembrano tornare anche al M5S, che avrà come capogruppo Davide Tavernise e Francesco Afflitto alla Vigilanza (ma con la postilla di cui sopra…). Buon per il centrosinistra, che avrà in Amalia Bruni, non ingessata in incarichi istituzionali, la sua leader in aula. A chi non torna alcun conto è il Polo civico di de Magistris, che orgogliosamente ha votato il suo candidato (Antonio Lo Schiavo) per vicepresidenza e segretariato nella piena consapevolezza dell’assoluta velleitarietà della scelta. Probabilmente non potevano fare altrimenti, ripensandoci. Ma intanto il centrosinistra e la sinistra, in Calabria, continuano a spaccare l’atomo e a dividersi sempre di più. (a. cant.)

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