REGGIO CALABRIA Alcuni anni fa aveva aderito al programma “Liberi di scegliere” che ha l’obiettivo di strappare i ragazzi alle famiglie mafiose di appartenenza. Rocco Molé, figlio del boss Girolamo ‘Mommo” Molè, però non ce l’ha fatta, è ritornato a Gioia Tauro e, a soli 26 anni, è il nuovo boss dell’omonima cosca e dell’organizzazione di narcotrafficanti. È quanto emerge dall’inchiesta “Nuova Narcos Europea”, coordinata dalla Dda di Reggio Calabria.
È proprio Rocco Molé uno dei principali indagati arrestati stamattina dalla squadra mobile e dallo Sco nell’ambito della maxi operazione coordinata, oltre che dalla Dda di Reggio, da quelle di Firenze e Milano. Il rampollo della ‘ndrangheta è stato raggiunto dall’ordinanza di custodia cautelare in carcere firmata dal gip Tommasina Cotroneo su richiesta del procuratore Giovanni Bombardieri, dell’aggiunto Gaetano Paci e del pm Paola D’Ambrosio.
Rientrato in Calabria, Molé era stato già arrestato nel marzo 2020, in pieno lockdown, perché trovato in possesso di mezza tonnellata di cocaina. La droga era nascosta in una masseria di Gioia Tauro, oggi sequestrata, dove erano stati rinvenuti cinquecento panetti da un chilo alcuni dei quali marchiati con il logo “Real Madrid”, giunti nei giorni precedenti al porto di Gioia Tauro, occultati all’interno di un container commerciale. Molé non è l’unico rampollo della ‘ndrangheta. Tra i gli arrestati compare anche Teodoro Crea, detto “Teodorino”, di 20 anni. È il nipote omonimo dell’anziano boss di Rizziconi conosciuto con il soprannome di “Toro” Crea.
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