LAMEZIA TERME L’esplosione avvenuta attorno alle 21.35 di ieri sera a Lamezia Terme, in via Monsignor Luisi, a pochi chilometri peraltro dal Comando dei carabinieri lametini, ha rievocato in città vecchi fantasmi e aperto uno squarcio su ricordi neanche poi tanto lontani.
Anche perché dietro l’incendio che ha interessato una Fiat 500 e causato il danneggiamento di alcune vetrate vicino ad un’abitazione c’è una chiara responsabilità dolosa. A scatenare l’esplosione, infatti, sarebbe stato un piccolo bidoncino contenente benzina posizionato proprio vicino all’auto e che, una volta innescato, ha provocato lo scoppio e l’incendio, poi domato dai vigili del fuoco del comando di Catanzaro arrivati tempestivamente sul posto.
Sono serrate intanto le indagini condotte dai carabinieri di Lamezia Terme, guidati dal comandante Sergio Molinari, per cercare di risalire al responsabile dell’intimidazione. Secondo quanto è stato appreso, infatti, sono già state acquisite le immagini di videosorveglianza che avrebbero ripreso proprio gli attimi in cui è stato posizionato il bidoncino e poi innescato. Ma, quello avvenuto ieri, è solo l’ultimo episodio di una serie di danneggiamenti e incendi, almeno tre, che a Lamezia Terme si sono verificati nel corso dell’ultimo mese. Un’escalation di atti intimidatori che hanno fatto salire i livelli di attenzione da parte delle forze dell’ordine. (redazione@corrierecal.it)
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