CATANZARO La ripresa è in atto ma non è ancora sufficiente a colmare il solco creato dalla crisi economica scatenata dell’emergenza pandemica. Così l’effetto “rimbalzo” avvenuto dopo le riaperture non ha sortito in Calabria quegli effetti sperati dagli imprenditori e registrati in altre parti d’Italia. Neppure sul fronte dell’occupazione che nonostante sia cresciuta ha recuperato solo in parte l’ampia diminuzione dell’anno precedente. È questo il quadro di sintesi che emerge dalla lettura dell’ultimo rapporto di Bankitalia presentato mercoledì mattina a Catanzaro. Un report che indica nel settore dell’industria in senso stretto, nelle costruzioni e nell’export quelli che hanno segnalato maggiore vivacità nei primi mesi del 2021. Positivo anche il ritorno al clima di fiducia delle famiglie che hanno portato ad incrementare il volume dei consumi. Tutti indicatori ancora deboli per poter affermare che la ripresa in Calabria è robusta.
A beneficiare della ripartenza soprattutto il settore industriale in senso stretto che ha registrato un incremento cospicui del fatturato rispetto al 2020, l’anno devastante della pandemia, ma non tale da raggiungere i livelli pre-covid. Secondo l’indagine congiunturale condotta da Bankitalia, infatti, se il 60% delle aziende hanno comunicato un incremento di vendite nel confronto con l’anno precedente, più di un terzo non è tornato ai livelli di fatturato antecedenti la pandemia. Ed è così che anche gli investimenti programmati dalle aziende hanno subito una frenata: quasi due terzi delle imprese hanno mantenuto la spesa per investimenti sui bassi livelli rispetto a quanto programmato a fine 2020. A dimostrazione che il sistema imprenditoriale calabrese ancora non si fida pienamente della ripresa.
A registrare segnali di ripresa anche il segmento edilizio che, secondo quanto emerso dall’indagine, porterà un incremento di volumi di affari nel corso dell’anno. Circa due terzi delle imprese del comparto prevedono un aumento della produzione. Differenziati i fattori che hanno portato a questi risultati: se il settore delle opere pubbliche ha beneficiato dell’aumento degli investimenti, quello residenziale ha sfruttato a pieno i vantaggi offerti dalle misure varate dal Governo. Ad iniziare dal superbonus. Secondo i dati del monitoraggio congiunto Enea-ministero della Transizione, a questo proposito, in Calabria gli interventi con almeno un’asseverazione sono stati 1.972 per un importo complessivo di 327 milioni.
Resta invece ancora in sofferenza tutto il settore dei servizi privati non finanziari tra i più colpiti dalla crisi pandemica. Oltre la metà delle imprese ha dichiarato che non è riuscita a colmare il divario provocato dall’emergenza coronavirus neppure nel corso dei primi 9 mesi dell’anno. Ed anche in questo segmento produttivo, gli investimenti programmati dagli imprenditori risentiranno del clima di incertezza: meno di un quinto ha rivisto al rialzo quanto conterà di investire.
Ed anche il terziario registra un ritorno “quasi” alla normalità. Sia sul fronte del commercio che della filiera turistica.
A rilento ancora il settore dei trasporti che – soprattutto sul fronte del traffico passeggeri – non riesce a recuperare il terreno perduto nel corso dei mesi della pandemia. I passeggeri registrati nei primi 9 mesi dell’anno negli scali aeroportuali calabresi sono stati oltre la metà dello stesso periodo del 2019.
I segnali di ripresa hanno spinto l’apertura di nuove attività. Almeno a giudicare dai dati Info-Camere-Telemaco, nel primo semestre il numero di iscrizioni è aumentato del 22,8% rispetto al 2020, mentre le cancellazioni sono diminuite. Così la crescita del numero di imprese attive nel semestre è stata pari al 1,7%. Ancora meglio è andato sul fronte degli scambi con l’estero. Nel primo semestre del 2021 l’export è cresciuto in modo decisivo, rilevano gli analisti di Bankitalia, rispetto al biennio precedente. E questo incremento ha interessato tutti i principali settori, ma soprattutto i prodotti dell’industria alimentare e le sostanze e prodotti chimici. Comparti che rappresentano oltre la metà delle esportazioni.
Migliora così anche il quadro economico delle imprese che beneficiando della ripresa segnalano un ritorno ad utili. Secondo il sondaggio di Bankitalia, il saldo tra le imprese che prevedono di chiudere l’esercizio in utile e quelle che si attendono una perdita è superiore al 2020. Ma non al 2019.
Così il grado di liquidità delle imprese è ulteriormente cresciuto nel primo semestre del 2021, grazie al migliore rapporto tra la soma di depositi e titoli posseduti e il livello di indebitamento a breve termine. E sul fronte dei prestiti, i livelli nel semestre hanno mantenuto la stessa percentuale del 2020: 7%. Un andamento che ha risentito, rilevano da Bankitalia, dal forte ricorso al sistema di garanzie Covid. I dati indicano che nel corso del semestre, il 40% delle nuove erogazioni sono state supportate da questo strumento.
E segnali di ripresa si avvertono anche sul fronte dell’occupazione che però non avrebbe recuperato l’ampia flessione accusata nel corso del 2020. Nei primi 8 mesi dell’anno in corso, gli avviamenti di nuovi contratti, seppure aumentati rispetto all’anno precedente sono stati inferiori al 2019: 103mila nel 2019, 86mila nel 2020 e 94mila nel 2021. A trainare l’occupazione in questo lasso di tempo soprattutto il turismo per effetto della stagione estiva, mentre inferiore è stato il contributo del settore delle costruzioni. Positivo invece il recupero del divario di genere che si era registrato nel corso del 2020. Nei primi 8 mesi del 2021 le donne sono tornate ad occupare il 40% delle posizioni di lavoro che si sono create. In linea con la situazione pre-pandemia. Anche l’occupazione giovanile è tornata a crescere, ma spinta – segnalano da Bankitalia – dal ricorso massiccio in questo lasso di tempo dei contratti a termine specialmente nel settore turistico. Oltre 8 posti di lavoro su dieci sono infatti sono stati attivati con un contratto a tempo determinato.
I consumi delle famiglie sono tornati a crescere frutto del miglioramento del clima di fiducia dei consumatori. Secondo quanto rilevato da Bankitalia, infatti sotto questo profilo il tasso è ritornato a livelli pre-pandemia. A condizionare positivamente la fiducia dei consumatori, l’accelerazione della campagna vaccinale e l’allentamento delle misure di contenimento del virus. Ma i consumi, sottolineano da Bankitalia, sono comunque improntati a maggiore cautela.
Ma gli effetti della pandemia sono stati pesantissimi sul fronte delle nuove povertà. I dati racconti dalla Banca d’Italia, infatti registrano un peggioramento del quadro. A misurare il livello di povertà, l’incremento di ricorsi a misure di sostegno al reddito. A giugno il numero di nuclei percettori del Reddito di cittadinanza e della Pensione di cittadinanza è aumentato di 9 punti percentuali rispetto al 2020. Superiore alla media nazionale: 7%. In crescita anche il dato dei percettori del Reddito di emergenza, a giugno sono stati 43.500 i nuclei familiari che hanno beneficiato di questa misura. Un numero che rappresenta il 5,4% delle famiglie residenti in Calabria. (r.desanto@corrierecal.it)
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