AOSTA È da dieci anni che l’omicidio di Giuliano Gilardi, pensionato sessantenne ucciso nella sua abitazione sulla collina di Aosta, aspetta di essere risolto. Dieci anni di accertamenti scientifici, interrogatori, analisi di tabulati telefonici, che non hanno portato a niente. Ora la soluzione potrebbe essere vicina, molto vicina.
Sono quattro gli indagati su cui pesa l’accusa di omicidio aggravato in concorso: si tratta della compagna della vittima, Cinzia Guizzetti, del suo ex marito, Armando Mammoliti, artigiano edile, e di due pregiudicati, Domenico Mammoliti, di 35 anni, e Salvatore Agostino, di 61 anni, entrambi operai edili. Tutti residenti in Valle d’Aosta. La soluzione del caso è legata ai riscontri scientifici: in un laboratorio piemontese, tra Novara e Vercelli, è iniziato – come incidente probatorio – il confronto tra il dna prelevato su una gomma da masticare trovata nel letto dove è avvenuto l’omicidio e quello dei tre uomini indagati. L’esito delle analisi verrà discusso in un’udienza fissata il 3 febbraio.
Dopo una prima archiviazione, che risale al 2014, il caso è stato riaperto nell’aprile scorso. I carabinieri di Saint-Vincent hanno portato in procura nuovi elementi, probabilmente nati dalla soffiata di uno o una confidente. L’omicidio risale alla gelida mattina del 27 dicembre 2011. Giuliano Gilardi, ex operaio del reparto “treno di laminazione” della Cogne Acciai Speciali, con la passione per il calcio e per le moto chopper, verso le 12,30 è stato trovato privo di vita nel letto del suo appartamento, in una palazzina a due piani in frazione Senin di Saint-Christophe. E’ stato colpito con otto coltellate. Il medico legale indica l’orario della morte tra le 6 e le 8. A trovare il cadavere è stata Cinzia Guizzetti. Su di lei, già nella prima fase delle indagini, si era concentrata l’attività investigativa. Per la polizia a suo carico c’erano numerosi elementi indiziari, compreso un movente «valido e forte», di natura sentimentale: dalle indagini era emerso che era appena stata lasciata dalla vittima, come confermano alcuni sms, ma lei agli inquirenti aveva parlato di un rapporto solido che doveva portare a un’«imminente convivenza». Circostanza smentita dagli amici del pensionato che, anzi, avevano riferito dell’insoddisfazione di Gilardi per una relazione definita «troppo oppressiva».
Tra gli indizi a carico della Guizzetti ci sono anche un violento litigio con la vittima la sera precedente l’omicidio, una macchia di sangue di Gilardi trovata sotto la sua scarpa, l’assenza di un alibi, l’azzeramento pochi giorni prima del libretto bancario cointestato. Ma, secondo gli inquirenti, la donna non poteva aver agito da sola: troppo violenti i colpi inferti sulla vittima. L’ipotesi investigativa, tutta da dimostrare, è che gli autori materiali dell’omicidio siano Salvatore Agostino e Domenico Mammoliti, reclutati da Armando Mammoliti nell’ambito della manovalanza calabrese.
Proprio su Salvatore Agostino sarebbe in corso l’esame del Dna per confrontarlo con quello trovato sulla gomma da masticare rinvenuta dagli inquirenti, subito dopo il delitto, tra le lenzuola del pensionato. Era già stato arrestato per due rapine nel 2012 e condannato per la tentata estorsione ad un imprenditore.
Domenico Mammoliti, invece, a luglio è stato arrestato dalla guardia di finanza a luglio nell’ambito di una inchiesta sul traffico di cocaina tra Valle d’Aosta e Lombardia, ma era stato anche coinvolto nell’operazione Hybris. L’allora 24enne Mammoliti era già stato al centro dei test nel 2011, quando furono esaminati i corredi genetici di Guizzetti e dell’ex marito. Anche se per questi ultimi si era esclusa, durante l’indagine svolta allora dalla squadra mobile di Aosta, una presenza fisica al momento del delitto, nel fascicolo che il procuratore capo Paolo Fortuna ha assegnato ai pm Luca Ceccanti e Manlio D’Ambrosi, si ipotizza che i 4 abbiano agito in concorso.
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