LAMEZIA TERME Un primo convegno nazionale organizzato proprio in Calabria. Una scelta non casuale e da cui parte, con coscienza e consapevolezza, il futuro dell’Usic, l’Unione Sindacale Italiana Carabinieri. A Lamezia Terme, nella sede di Unioncamere, infatti, quest’oggi s’è discusso di alcuni degli aspetti cruciali per la vita lavorativa dei Carabinieri, sempre in prima linea per servire il Paese e garantire la sicurezza dei cittadini italiani.
Uno degli aspetti più importanti è senz’altro quello legato all’ultimo anno e mezzo di pandemia da Covid-19. Tanti, infatti, i Carabinieri che, nel corso degli ultimi mesi, hanno combattuto in prima linea, quasi a “mani nude” (soprattutto nei primi mesi), contraendo il coronavirus. «Come per il personale medico – ha spiegato ai microfoni del Corriere della Calabria Antonio Tarallo, Segretario Generale dell’USIC – il personale di polizia e delle forze armate ha segnato un passaggio importante. Noi abbiamo così ottenuto che il Covid, laddove ce ne siano i presupposti, consenta il riconosciuto di “vittima del dovere”. Non sappiamo, infatti, quali saranno nel lungo termine le conseguenze della pandemia e del contagio sulle persone e sui carabinieri che hanno contratto il virus». «Un risultato importante, una grande conquista».
Nel corso dell’incontro sono stati discussi temi come il contratto di lavoro, le forme pensionistiche e le soluzioni adottate dal governo per venire in contro alle esigenze della forze armate. «Fino a ieri lamentavamo e rischiavamo con la legge Dini del ’95 di diventare i “nuovi poveri”. Grazie all’intervento del governo e l’attivazione di un fondo perequativo che va a compensare il mancato avvio della previdenza complementare, non saremo ricchi ma potremo continuare a vivere una vita dignitosa». Presente al convegno anche Santo Biondo, segretario regionale della Uil di cui l’Usic è confederata. (redazione@corrierecal.it)
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