CATANZARO «Se la Calabria rientrerà in zona arancione, le restrizioni spetteranno ai No vax». A dirlo Roberto Occhiuto, presidente della Regione Calabria, in un’intervista al Corriere della Sera. «Non è giusto che chi ha avuto il senso di responsabilità di porsi il problema della collettività subisca le conseguenze di chi non ha avuto questa sensibilità», spiega Occhiuto, appoggiando la linea sostenuta anche da altri governatori. Limitazioni solo agli adulti o anche ai più giovani? «Se una misura vale per uno, deve valere per tutti – risponde -. Poi bisogna capire quale tipo. Ma se restringiamo l’accesso a luoghi affollati ai non vaccinati bisogna farlo per tutti. Inclusi i bambini». Per Occhiuto, «il diritto alla salute deve essere garantito. Si tratta di ragionare su quale è il diritto prevalente. Alcuni Paesi hanno l’obbligo vaccinale. Io sarei favorevole. Del resto i bambini ce l’hanno già per alcune malattie come il morbillo». Secondo il presidente della Calabria, il sistema dei tamponi «non è sufficiente. Basta guardare il numero dei ricoverati – dice -. Il 90% non è vaccinato. E se ci si contagia tra non vaccinati si va in terapia intensiva creando un problema al sistema». Alla domanda sul perché si pone il problema visto che in Calabria i contagi non sono molti, Occhiuto risponde: «Perché la sanità è disastrata. E le terapie intensive sono poche. Il loro aumento sarà la prima cosa che farò. Da qualche giorno sono anche commissario alla Sanità della Regione, sto aspettando che il governo nomini il subcommissario. Appena arriverà partiremo subito». C’è un trend di aumento dei positivi? «Abbiamo 197 casi giornalieri. In terapia intensiva ce ne sono 10, il 5,75% dei 174 posti disponibili. Al 10% – rileva Occhiuto ‘ oltrepasseremmo una delle soglie della zona bianca. Ma ora che il vaccino c’è ha senso guardare oltre ai contagi i vaccinati: il 78% . Su 1.687.965 vaccinabili almeno 320 mila non lo sono. Per questo ho incontrato Figliuolo e il mio primo atto è stato riaprire gli hub». Non ha più senso puntare sui medici di base? «Lo faremo. E useremo – conclude Occhiuto nell’intervista al “Corriere della Sera” – anche le postazioni mobili. Dobbiamo convincerli».
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