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‘Ndrangheta, indagato per scambio di voti sindaco del Varesotto

La Dda ha chiuso l’inchiesta per scambio elettorale politico-mafioso. I rapporti tra Gesualdi e il clan di Lonate. «Inquinato il voto nel 2017»

Pubblicato il: 20/11/2021 – 7:21
‘Ndrangheta, indagato per scambio di voti sindaco del Varesotto

FERNO La Direzione Distrettuale Antimafia di Milano ha depositato oggi la chiusura indagini a carico di Filippo Gesualdi (foto sopra, da varesenews), sindaco di Ferno (Varese), accusato di presunto scambio elettorale politico-mafioso (416Ter), a conclusione di un’indagine del Nucleo Investigativo dei carabinieri di Milano, coordinati dal Pm della Dda Alessandra Cerreti. Nel documento notificato all’indagato unitamente all’avviso di garanzia, l’Antimafia ha spiegato come «Gesualdi, in qualità di candidato sindaco alle amministrative nel Comune di Ferno, nel giugno 2017, accettava la promessa da Emanuele De Castro», condannato per mafia nel 2013 e nel 2020, oggi collaboratore di Giustizia, «effettuata per il tramite di Mario Curcio, suo uomo di fiducia, ed Enzo Misiano», di procurargli voti «in cambio della disponibilità a soddisfare esigenze o interessi dell’associazione mafiosa», condizione che, secondo la magistratura, «si è effettivamente verificata» in due occasioni.
Aiuti nell’acquisizione di terreni da destinare ad attività imprenditoriali della malavita, e il tentativo di far aggiudicare alla ‘ndrangheta di Lonate Pozzolo (Varese) la gestione dei campi sportivi di Ferno (Varese), in cambio di voti. Queste le accuse mosse dalla Dda di Milano al sindaco di Ferno, Filippo Gesualdi, e contenute nell’avviso contestuale di garanzia e chiusura indagini a suo carico e di Mario Curcio, uomo di “fiducia” di Emanuele De Castro, condannato più volte per associazione mafiosa e oggi collaboratore di Giustizia. «Prima ha chiesto, mo’ chiediamo noi», ha detto De Castro intercettato mentre parla al telefono con un collaboratore, «prima che mi in….o e poi va a finire che lo devo venire a prendere a schiaffi sto sindaco».
Nel documento che avvisa gli indagati della conclusione delle indagini preliminari, gli inquirenti scrivono che Gesualdi, «consapevole del controllo esercitato sul territorio di Ferno dalla locale della ‘ndrangheta di Legnano-Lonate Pozzolo», di cui Emanuele De Castro era esponente di spicco, «richiedeva a De Castro, per tramite di Mario Curcio ed Enzo Misiano, l’appoggio elettorale della Locale, vincendo le elezioni indette nel 2017, superando di due punti percentuali la concorrente».

«Estraneo alle contestazioni»

«Mi dichiaro completamente estraneo ai fatti che mi vengono contestati», ha commentato il sindaco. «Nel corso del mio mandato da sindaco ho sempre e solo avuto a cuore gli interessi dei cittadini di Ferno e non ho favorito nessuno – scrive Gesualdi – Tantomeno ho fatto promesse a soggetti malavitosi. Ciò premesso, affronterò le accuse che mi vengono rivolte con serenità e mi difenderò in qualunque sede, nella certezza di riuscire a chiarire ogni aspetto di questa vicenda. Ho massima fiducia nella Magistratura che sono sicuro saprà accertare la mia totale estraneità e l’inconsistenza di questa assurda vicenda».

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